L’assalto alle poltrone, c’è un dossier del M5S contro i vertici di Bankitalia

Dopo la battaglia per l’indicazione di un presidente della Consob, con la scelta ricaduta sul ministro per gli Affari Europei Paolo Savona, non si arresta l’assalto alle poltrone da parte delle forze del ‘governo del cambiamento’. Stando a quanto raccontato da Repubblica (articolo di Annalisa Cuzzocrea) i ministri del M5S si sono presentati giovedì notte in Consiglio dei Ministri con un dossier di accuse contro i vertici della Banca d’Italia e in particolare contro il vicedirettore generale Luigi Federico Signorini, che i pentastellati non vogliono assolutamente riconfermare, nonostante delle resistenze di Giovanni Tria.

Il dossier M5S contro i vertici della Banca d’Italia

L’obiettivo del Movimento è dei suoi principali rappresentanti al governo è quello di manifestare a tutti i costi discontinuità con il passato schierandosi contro chi fa parte «del Sistema» ed anche Palazzo Koch in queste settimane è finito nel mirino. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro avrebbe provato a spiegare che Signorini «fa parte di quella cordata che ha attuato una politica permissiva e lassista nei confronti delle banche». Mentre il vicepremier Luigi Di Maio avrebbe avuto il compito di elencare i capi d’imputazione. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, invece sarebbe intervenuto rivendicando «il diritto del governo a portare una discontinuità».

Una discontinuità senza sconti per nessuno, evidentemente. Nel foglio di accuse portato in Cdm dai 5 Stelle viene indicata un’audizione in cui Signorini stimava effetti modesti sul pil di reddito di cittadinanza e quota 100, che sono anche le due misure approvate finora dall’esecutivo più care a M5S e Lega, e che dovrebbero diventare anche delle bandiere per la campagna elettorale delle Europee. Il ministro dell’Economia Tria avrebbe anche invitato alla cautela ad entrare in certe decisioni di Bankitalia, ma senza esito.

Gli attacchi alla Banca d’Italia da parte del governo non sono comunque una novità. Ad ottobre scorso (con una battuta che ricordava le ‘profezie’ di Piero Fassino) Di Maio ha invitato i vertici di Palazzo Koch a presentarsi alle urne, proprio come se si trattasse di un partito. «Se Bankitalia vuole un governo che non tocca la Fornero, la prossima si volta si presenti alle elezioni con questo programma», ha scritto il ministro di Lavoro e Sviluppo Economico su Twitter. E bankitalia non è certamente l’unico campo di battaglia. È aperto con la Lega la sfida per la scelta del nuovo presidente Inps, che succederà a Tito Boeri. Repubblica spiega che i 5 Stelle vorrebbero Pasquale Tridico, consulente del ministero del Lavoro. Ma potrebbe toccare a una figura di mediazione.

(Foto di copertina da archivio Ansa: una veduta della sede della Banca d’Italia a Palazzo Koch, a Roma. Credit immagine: ANSA / ANGELO CARCONI)

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