Virginia Raggi scrive al ministro Tria per lo sgombero di CasaPound

31/01/2019 di Enzo Boldi

Date al demanio quel che è del demanio. Per questo motivo Virginia Raggi ha deciso di scavalcare il Ministero dell’Interno per la richiesta di sgombero della sede di CasaPound di via Napoleone III a Roma. L’edificio, occupato dal 27 dicembre 2003, è di proprietà del demanio. Non della Prefettura e non del Comune. Per questo motivo la sindaca della capitale ha scritto una lettera al ministro dell’Economia Giovanni Tria e a quello dell’istruzione Marco Bussetti (perché quello spazio in passato è stato utilizzato dal Miur), chiedendo lo sgombero.

Il testo della lettera è stato pubblicato dal giornale online RomaToday, che ha sottolineato come questa mossa dovrebbe metter fuori gioco il ruolo del Viminale e di Matteo Salvini per le operazioni di sgombero, approvate dalla giunta capitolina martedì con una delibera votata da M5S e Pd in Campidoglio. «Chiedo di avviare le procedure necessarie allo sgombero dell’immobile al fine di ripristinare le condizioni di legalità», è scritto nella missiva inviata da Virginia Raggi per sollecitare le istituzioni sulla situazione dell’edificio occupato da CasaPound.

L’edificio occupato da CasaPound è di proprietà del demanio

«Ho già sollecitato personalmente la Prefettura al fine di intraprendere le necessarie procedure di sgombero, ma non si è potuto procedere in tal senso», scrive la sindaca di Roma facendo riferimento ai contatti avuti in precedenza con il prefetto della capitale Paola Basilone. Sollecitazioni che, evidentemente, non hanno smosso nulla e per questo Virginia Raggi ha deciso di tirare in ballo altre istituzioni che, secondo gli accertamenti catastali, possono materialmente acconsentire allo sgombero di CasaPound.

Il Viminale resta tagliato fuori?

Il ministro Salvini, nel giorno dell’approvazione della delibera, aveva detto che lo sgombero di CasaPound dall’edifico di via Napoleone III sarebbe avvenuto seguendo una graduatoria e comunque dopo aver provveduto a sgomberare gli edifici più pericolanti. Ora, però, la mossa di Virgina Raggi di tirare in ballo il Mef e il Miur potrebbero mettere in fuorigioco il Viminale che non avrebbe più alcuna voce in capitolo.

(foto di copertina: ANSA/ALESSANDRO DI MEO)

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