Il governo si dimentica del turismo, ma dà la poltrona dell’Enit all’ex capo di Centinaio

Il turismo è uno dei settori – anzi, forse è in vetta alle classifiche – che consente all’Italia di sopravvivere sopra la linea di galleggiamento anche nei momenti più difficili. I nostri patrimoni artistici, culturali e culinari rappresentano una linfa vitale miliardaria e influiscono pesantemente (in positivo) sul nostro Prodotto Interno Lordo. Ma al governo Lega-M5S questo sembra interessare poco. Forse per la paura di toccare qualcosa che funziona bene, o per una sottovalutazione del fattore turismo sulle casse dello Stato. Sta di fatto che nella scorsa legge di Bilancio – come riporta Il Fatto Quotidiano la parola ‘turismo’ non compare neanche una volta. Il ministero dedicato è stato consegnato al leghista Gian Marco Centinaio (già tenutario del dicastero dell’Agricoltura) che ha fatto poco o niente. E quel poco è la nomina del suo ex capo al vertice dell’Enit.

Nulla da dire nei confronti di Giorgio Palmucci, che sarà un grande lavoratore e un grandissimo conoscitore del mondo del turismo. Fa sorridere, però, che l’unico ‘provvedimento’ varato dal governo per un settore che assicura ogni anno il 13% della ricchezza nazionale – e che, tra le altre cose, dà lavoro al 14% di chi ha un’occupazione – sia la rimozione di ciò che c’era prima – Evelina Christillin, al vertice di Enit dal 2014 per volontà di Matteo Renzi – per consegnare una poltrona all’ex capo del ministro del Turismo.

Gian Marco Centinaio dà la poltrona dell’Enit al suo ex capo

Giorgio Palmucci è stato capo di Gian Marco Centinaio quando il ministro era un semplice direttore delle vendite del Club Med. Al momento della nomina, Palmucci ricopriva il ruolo di vicepresidente di Th Resort, una società che – come sottolinea Il Fatto – gestisce alcuni villaggi Valtur partecipata al 46% da Cassa Depositi e Prestiti, a sua volta controllata dal Tesoro. Tutto ciò ha acceso la spia rossa del presunto conflitto di interessi.

Il pasticcio nel ministero del Turismo

Il ministro Centinaio, allora, ha provato ha trasformare il ministero del Turismo (la cui esistenza, sotto questa forma di appendice, non ha alcun senso) in un Dipartimento, ma il Consiglio di Stato ha bocciato questa ipotesi che – tra le altre cose – avrebbe accorpato il turismo al dipartimento delle Foreste e della Caccia. Quindi si è provveduto a riempire – si fa per dire, considerando il giro d’affari – le casse del Ministero con 46 milioni di euro di fondi girati dal dicastero dell’Agricoltura, con il trasferimento di 21 dipendenti dalla Cultura al ministero di Centinaio. Ma sono tutti ancora senza un ruolo ben preciso.

(foto di copertina: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)

Share this article