La procura smentisce Salvini e Toninelli: «Il comandante della Sea Watch non ha commesso alcun reato»

28/01/2019 di Redazione

Una delle giustificazioni addotte da Matteo Salvini e da Danilo Toninelli per giustificare il blocco della Sea Watch a meno di un miglio nautico dalle coste di Siracusa è stato quello di dire che il comandante della nave della ong tedesca aveva forzato le norme del diritto internazionale non avvicinandosi al porto più vicino, identificato dai ministri italiani nella Tunisia.

Sea Watch, niente illeciti commessi dal comandante

È stato il procuratore di Siracusa Fabio Scavone a smentire questa ricostruzione, sostenendo che il comandante della Sea Watch non ha forzato alcuna norma e si è comportato in linea con quanto previsto dalla legge: «Il comandante – ha detto il procuratore – non ha commesso alcun reato, ha scelto la rotta per lui più sicura». Inoltre, questo tipo di valutazione – dettata anche dalla competenza del procuratore in materia, essendo stato per lungo tempo ex ufficiale della Marina – si unisce alla versione fornita dalla ong Sea Watch.

Il precedente in Tunisia per la Sea Watch

Il capitano della nave, infatti, avrebbe provato a entrare in Tunisia, nel porto di Zarzis, in una precedente occasione. Ma in quella circostanza alla Sea Watch era stato opposto – tanto per cambiare – un rifiuto. Pertanto, al peggiorare delle condizioni meteo, il comandante avrebbe scelto correttamente la rotta che lui stesso ha stabilito essere la più sicura. Pazienza se, poi, questa sua azione ha provocato l’ennesimo braccio di ferro con lo Stato italiano, concludendosi – al momento – con il blocco a un miglio dalla costa di 47 naufraghi salvati dall’imbarcazione della ong.

ANSA/UFFICIO STAMPA GUARDIA COSTIERA

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