I centri per l’impiego impreparati al reddito di cittadinanza: a Reggio Calabria 0,05% di assunti

I centri per l’impiego, punto nevralgico della macchina che assegnerà il reddito di cittadinanza, sono ad oggi strutture troppo piccole e inefficienti per affrontare l’ardua sfida del beneficio per milioni di persone senza lavoro. È quanto conferma oggi un reportage del Fatto Quotidiano, che analizza la situazione in alcune regioni italiane, come Lazio, Puglia e Calabria. I dati elencati sono davvero poco incoraggianti e riguardano soprattutto la lunga attesa dei disoccupati per una proposta di impiego e la bassissima percentuale di persone che vengono effettivamente assunte.

I centri per l’impiego sono ancora impreparati al reddito di cittadinanza

Nel centro per l’impiego di Roma Cinecittà ad esempio, il più grande d’Europa, articolato su tre piani, si trova a gestire ogni giorno tra le 500 e le 600 persone con 85 operatori, un numero insufficiente. Ma un caso singolare è quello di Reggio Calabria, una delle città con il tasso di disoccupazione più alti d’Italia. Al Fatto (articolo di Lucio Musolino) uno dei disoccupati che si è rivolto al centro racconta di aver lavorato ultimamente in nero per un negozio, di essere iscritto dall’età di 18 anni, più di 12 anni fa, e di non essere stato mai chiamato per valutare una proposta. Il centro deve gestire un elenco di oltre 40mila disoccupati. Un dipendente ha raccontato che molte aziende «non si rivolgono a noi quando devono assumere» e non c’è una piattaforma in grado di mettere insieme domanda e offerta di lavoro. In vista del reddito di cittadinanza, poi, spiegano gli operatori, ancora non si è pensato alla formazione e all’aggiornamento dei dipendenti che dovranno utilizzare nuovi strumenti.

A Reggio Calabria assunti solo in 20 su 40mila, lo 0,05% degli iscritti

Il dato più allarmante è quello sugli assunti. Nel 2018 sugli oltre 40mila senza lavoro ufficiali (perché gli altri ritengono l’iscrizione all’ufficio di collocamento del tutto inutile) hanno trovato occupazione attraverso il centro per l’impiego appena 20 persone, che rientravano nelle categorie svantaggiate, pari allo 0,05% degli iscritti. Facendo una proiezione, spiega Il Fatto, con il reddito di cittadinanza ci sarebbe una sola persona assunta per ogni 2mila beneficiari dell’assegno.

(Foto di copertina da archivio Ansa: una manifestazione a Napoli. Credit immagine: ANSA / CESARE ABBATE)

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