Blitz contro la nuova Cupola mafiosa: arrestati anche figlio e nipote di due boss storici

22/01/2019 di Enzo Boldi

Nuova operazione antimafia a Palermo. Dopo quella portata avanti e culminata negli arresti dello scorso 4 dicembre, l’operazione ‘Cupola 2.0’ è andata avanti e ha consentito alla dda (Direzione distrettuale antimafia) del capoluogo siciliano di procedere ad altri sette arresti. Tra i nomi fermati nella notte anche due volti noti e figli d’arte di altri due famosi e potenti boss della mafia siciliana: si tratta del nipote di Michele Greco (morto nel 2008) e del primogenito di Salvatore Lo Piccolo (arrestato nel 2007).

Le nuove misure cautelari per la cosiddetta Cupola 2.0 che puntava a ricostituire il predominio della mafia a Palermo e in tutta la Sicilia, sono il proseguimento del lavoro iniziato lo scorso 4 dicembre. Gli arresti effettuati il mese scorso, infatti, hanno portato alla confessione di alcuni degli imputati. Parole che hanno acceso la luce sul ruolo attivo di altre sette persone, tra cui due con il cognome molto pesante in Sicilia: Leandro Greco  e Calogero Lo Piccolo.

Mafia, sgominata la Cupola 2.0 grazie ai pentiti

Fermati anche Giuseppe SirchiaGiuseppe Serio, Erasmo Lo Bello, Pietro Lo Sicco e Carmelo Cacocciola, accusati di associazione mafiosa nonché di aver commesso alcune estorsioni nel territorio di San Lorenzo-Tommaso Natale. Particolare importanza nelle indagini ha ricoperto la recente collaborazione avviata con i magistrati da parte di due capi mandamento a seguito dell’inchiesta dello scorso 4 dicembre. Si tratta di Francesco Colletti e Filippo Bisconti, che dopo aver confermato la rispettiva posizione di vertice a Villabate e a Belmonte Mezzagno, hanno confermato la riorganizzazione della commissione provinciale di Cosa nostra, specificandone le dinamiche interne, fornendo importanti elementi a sostegno dell’accusa nei confronti di Leandro Greco. Calogero Lo Piccolo e Giuseppe Sirchia.

Leandro Greco, il mafioso che sognava di essere come suo nonno

Leandro Greco, nipote del ‘Papa’ di Cosa nostra, Michele Greco, padrino di Ciaculli. Ventinove anni, si faceva chiamare come il nonno. Il padre Giuseppe, invece, morto negli anni scorsi, aveva interrotto la tradizione familiare e faceva il regista. Del ‘Papa’ si ricorda l’augurio, che suonò come una minaccia, fatto da dietro le sbarre dell’Ucciardone alla corte d’Assise che doveva decidere il maxi processo.

(foto di copertina: Archivio Ansa)

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