Lecce, barista versa detersivo al posto dell’acqua: asportato stomaco a un cliente 28enne

19/01/2019 di Redazione

In un bar di Castrignano del Capo, un comune della provincia di Lecce, hanno versato per errore detersivo brillantante per lavastoviglie a un cliente che aveva chiesto un bicchiere d’acqua, che è stato poi sottoposto a un intervento di asportazione dello stomaco. Lo racconta oggi il Quotidiano di Puglia.

Lecce, barista versa detersivo a un cliente: 28enne in gravi condizioni

La vittima dell’errore è un ‘imprenditore di 28 anni. L’operazione subita è durata 5 ore, all’ospedale Panico di Tricase. Il giovane si trova ora in terapia intensiva. Il cliente era andato nel bar per assumere un farmaco in un bicchiere d’acqua. Come spiegato dal Quotidiano di Puglia, il barista per errore gli avrebbe versato il detersivo, conservato in una bottiglietta di plastica, scambiandolo per acqua.

Dopo avere ingerito il liquido nel bicchiere, il giovane si è sentito male, ha vomitato ed è svenuto. Il 28enne è stato quindi portato in ospedale a Tricase, sempre in provincia di Lecce, dove gli hanno asportato lo stomaco. La vittima ha riportato anche ustioni all’esofago. Dalle prime indagini dei carabinieri sembra che fosse un’abitudine quella di conservare il detersivo nella bottiglietta d’acqua di cui non era a conoscenza il dipendente che ha servito l’imprenditore.

Il Codacons: «Una legge per rendere i liquidi riconoscibili»

Sulla vicenda è intervenuto anche il Codacons. Il presidente Carlo Rienzi in una nota ha dichiarato: «Chiediamo una legge nazionale che imponga ai pubblici esercizi di colorare detersivi, acidi e sostanze liquide potenzialmente pericolose con colori accesi, in modo da renderle immediatamente riconoscibili e distinguibili dall’acqua». Una proposta proprio «per evitare incidenti come quello avvenuto a Castrignano del Capo». «È l’ennesimo episodio di avvelenamento – dice il presidente del Codacons – che si registra in Italia, e che allunga l’elenco di soggetti che hanno subito gravi lesioni fisiche dopo aver bevuto acqua in un pubblico esercizio. Detersivi, soda caustica, varechina, acidi e altre sostanze tossiche utilizzate nelle cucine di bar e ristoranti finiscono nelle bottiglie e nei bicchieri d’acqua che poi, per errore, vengono serviti ai clienti». «Questo – conclude Rienzi – accade perché quasi sempre acidi e liquidi tossici sono incolori e possono facilmente essere scambiati per acqua».

(Immagine di copertina: l’ingresso dell’ospedale Panico di Tricase, Lecce. Fonte: Google Street View)

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