Se non spendi il reddito di cittadinanza, ti sarà decurtato fino al 10%

18/01/2019 di Enzo Boldi

Anche se non mi serve, la compro. Le modalità di utilizzo del reddito di cittadinanza sembrano essere sempre più simili a quelle di un ristorante all you can eat. Avevamo già parlato nei giorni scorsi dell‘obbligo di consumare l’intero importo presente sulla carta prepagata entro la fine del mese in cui viene effettuato l’accredito, senza quindi poter mettere da parte le rimanenze a mo’ di risparmi. Ora, nel testo del decretone, arriva una nuova indicazione in merito.

Tra le linee guida varate dal consiglio dei ministri dopo una lunga e lenta consultazione, compaiono alcune indicazioni che rappresentano una vera e propria multa per chi non consumerà tutti i soldi accreditati dallo Stato sulle carte prepagate del reddito di cittadinanza. Un taglio che può arrivare fino al 10%, che quindi sarà decurtato dall’accredito previsto per il mese seguente, come fosse una sanzione per aver deciso di non consumare tutto ciò che viene elargito.

Chi più spende, meno spende

Nel decretone, infatti c’è scritto che il reddito di cittadinanza «è ordinariamente fruito il mese successivo a quello di erogazione». In caso contrario, si rischiano «penalizzazioni in termini di riduzioni del beneficio, nei limiti del 10 per cento del beneficio medesimo, nella mensilità successiva a quella in cui il beneficio non sia stato interamente speso». Questo è quanto scritto nella bozza più aggiornata del decreto su reddito e pensioni. È previsto, inoltre, che entro tre mesi dall’entrata in vigore del decreto legge, il Ministero del Lavoro stabilirà le modalità di un apposito monitoraggio delle spese con la ‘Carta Rcd’. Evidentemente per contrastare quelle che Luigi Di Maio definì «spese immorali».

Da dove arriveranno le coperture per il reddito di cittadinanza?

Sempre nel testo del decretone, si individua una fonte primaria per arrivare alle coperture economiche e garantire reddito di cittadinanza e Quota 100. Si tratta di un aumento del prelievo sulle vincite e sulle slot machine. Una mossa, che è una vera e propria tassa sul gioco, che dovrebbe garantire – secondo i calcoli – un introito di oltre 400 milioni di euro. Si tratta di un gettito che, per 150 milioni, arriverà dall’aumento dell’aliquota sul Preu (il prelievo erariale unico).

(foto di copertina: da profilo facebook di Luigi Di Maio)

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