Huawei potrebbe aver rubato segreti commerciali ai suoi partner Usa

17/01/2019 di Redazione

Non accenna a placarsi la guerra Usa-Huawei Technologies. Le autorità federali negli States hanno avviato un’indagine penale sul colosso cinese delle telecomunicazioni per un presunto furto di segreti commerciali ai danni dei suoi partner americani. A riportarlo è il Wall Street Journal, che cita anche alcune fonti. Secondo il quotidiano internazionale l’inchiesta sarebbe in fase avanzata e potrebbe tradursi a breve in accuse formali.

Negli Usa indagine su Huawei per presunto furto di segreti commerciali

L’indagine Usa su Huawei (che nel 2018 ha superato Apple nella vendita di smartphone, piazzandosi al secondo posto dietro Samsung) rientra negli sforzi dell’amministrazione guidata da Donald Trump per perseguire il furto di tecnologie e proprietà intellettuale da parte delle aziende cinesi. L’inchiesta arriva, tra l’altro, proprio mentre sono in corso le trattative tra Stati Uniti e Cina per disinnescare la guerra commerciale, negli ultimi mesi combattuta a colpi di dazi. Tra i segreti commerciali che Huawei potrebbe aver rubato c’è anche la tecnologia del dispositivo usato T-Mobile per i test sugli smartphone.

Il timore dello spionaggio e della minaccia alla sicurezza nazionale

Non è la prima volta che Huawei finisce nel mirino delle autorità americane. All’azienda cinese è stato già impedito di installare le sue apparecchiature sulle maggiori reti di telecomunicazioni Usa, per il timore di spionaggio. Lo scorso anno l’intelligence degli Stati Uniti ha apertamente invitato i consumatori a non utilizzare dispositivi Huawei. Il colosso asiatico ha sempre respinto le accuse di essere una minaccia alla sicurezza nazionale dichiarandosi indipendente dal governo di Pechino.

Ren Zhengfei, il 74enne fondatore di Huawei, un ex ingegnere militare, in questi giorni ha deciso di respingere i sospetti anche con un raro incontro con i media stranieri. Ren, nel quartier generale di Shenzhen, ha detto che sua figlia e direttore finanziario Meng Wanzhou, arrestata in Canada, dovrebbe essere liberata, ammettendo di sentire la sua mancanza. Huawei «non ha mai ricevuto alcuna richiesta da alcun governo di fornire informazioni improprie», ha poi aggiunto, come riportato dal Financial Times. «Amo ancora il mio Paese, sostengo il Partito comunista, ma non farei mai alcuna azione – ha detto ancora – che possa danneggiare alcun Paese». Rassicurazioni che non bastano a mantenere alta la pressione degli Usa.

(Foto di copertina Zumapress da archivio Ansa. Credit immagine: Omar Marques / SOPA Images via ZUMA Wire)

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