La Polizia denuncia il ragazzo che ha scritto su Facebook «Che bello uno sbirro in meno»

16/01/2019 di Enzo Boldi

Chissà se ora esulterà anche davanti a un giudice. Il Sindacato Autonomo di Polizia ha annunciato di aver querelato un ragazzo palermitano che, nella mattinata di mercoledì, aveva esultato su Facebook per la morte di un poliziotto della stradale. Il 63enne Angelo Spadaro è deceduto a causa di un incidente automobilistico avvenuto intorno alle 3 di notte mentre era in servizio sull’autostrada A18 che collega Catania a Messina.

Il ragazzo palermitano – che per evitare ripercussioni sui suoi profili social, dato che ormai è già stato denunciato dal Sap alle autorità competenti – aveva commentato così sotto uno degli articoli che riportavano la notizia della morte del poliziotto dopo uno scontro con un Tir in autostrada: «Che bello uno sbirro in meno». Un leone da tastiera che, scorrendo sul proprio profilo Facebook, ha sempre riempito di parole poco carine le forze dell’ordine. «Contro tutti quelli che fanno le multe – si legge nella descrizione del suo profilo social -. Come se facendo la multa il caso si risolve. Ignoranti».

Denunciato il palermitano che esulta per la morte di un poliziotto

«Come abbiamo sempre fatto denunciamo tutti coloro che irridono e offendono la memoria dei nostri colleghi che hanno perso la vita mentre stavano garantendo ai cittadini un diritto fondamentale: la sicurezza – spiega Stefano Paoloni, segretario generale del Sindacato autonomo di polizia. Non è tollerabile gioire per la morte di un padre di famiglia, ancora prima che poliziotto».

L’odio generalizzato di un ragazzo contro chi fa le multe

Non si può rimanere in silenzio davanti a questa deriva dei social, in cui ognuno si ritiene libero di vomitare il proprio odio senza pagarne le conseguenze. Scorrendo le varie segnalazioni fatte da altri utenti, il giovane palermitano non se l’è presa solo con il poliziotto morto la scorsa notte, ma anche in altre occasioni non ha perso tempo a insultare la memoria di un agente caduto in servizio. «Gli ACAB devono crepare tutti perché fanno solo multe e senza motivo uccidono gente innocente, come il caso di Stefano Cucchi».

(foto di copertina: ANSA/POLIZIA)

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