La sorella di Carla Bruni convinse Sarkozy a non estradare la brigatista Marina Petrella

16/01/2019 di Enzo Boldi

Dopo il rientro forzato in Italia – via Bolivia – di Cesare Battisti, il tema delle estradizioni è tornato a essere al centro dell’attenzione dei media e dei politici. L’ultimo, neanche a dirlo, è stato Matteo Salvini che solo poche ora fa ha richiamato la Francia affinché restituisse all’Italia quei terroristi e criminali che hanno trovato ospitalità oltralpe per fuggire alle sentenze dei tribunali. Tra di loro c’è anche l’ex brigatista Marina Petrella che vive da anni nei territori transalpini dopo aver ottenuto asilo politico e protetta dalla dottrina Mitterand.

Marina Petrella, però, era stata vicinissima al ritorno in Italia nei contatti del passato tra i governi francesi e italiani sulle estradizioni. Ma il tutto fu bloccato per volontà di Sarkozy che sul tema era stato convinto dall’attrice Valeria Bruni Tedeschi, sorella della moglie dell’ex presidente transalpino Carla Bruni: «Ho parlato di lei a Sarkozy, specialmente subito dopo averla vista in carcere. Gli ho dato alcune informazioni che hanno avuto forse una qualche importanza per la decisione».

Il ruolo di Valeria Bruni Tedeschi nelle decisioni di Sarkozy

Valeria Bruni Tedeschi ha raccontato all’emittente radiofonica Francese Europe 1 di aver incontrato Marina Petrella in carcere, dopo la sua cattura nel 2007 preceduta da 14 anni trascorsi da libera cittadina in quel di Parigi. L’ex brigatista era in un grave stato di depressione, arrivando anche a pesare 40 chili. Una notizia che convinse Nicolas Sarkozy a chiedere all’Italia – rivolgendosi sia al presidente del Consiglio dell’epoca Silvio Berlusconi e al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano – la possibilità di concederle la grazia. Il tutto mentre, anche allora, la questione delle estradizioni occupava gran parte del dibattito politico internazionale.

La storia delle estradizioni mancate di Marina Petrella

Marina Petrella fu condannata nel corso del processo Moro-Ter per aver partecipato attivamente al rapimento del presidente della Democrazia Cristiana. L’ergastolo, però, arrivò nel 1992 per l’omicidio di un agente di polizia, per sequestro di un magistrato, per rapina a mano armata e altri reati. Da lì la latitanza in Francia, sfruttando la Dottrina Mitterand che consente l’asilo politico in Francia e l’arresto da parte della gendarmeria transalpina dopo una delle tante richieste di estradizione. La detenzione, però, durò poco a causa del suo stato di salute e venne scarcerata dopo il mancato accordo tra l’Italia e Sarkozy: il presidente francese avrebbe restituito l’ex brigatista solamente se le fosse stata concessa la grazia per motivi umanitari. Cosa che non avvenne e Marina Petrella venne liberata. Ora sappiamo anche chi è stato a consigliare Sarkozy.

(foto di copertina: collage da Persona Stars via ZUMA Press + Julien Reynaud/APS-Medias/ABACAPRESS.COM)

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