Roma, la vera storia dei vigili che «buttano le coperte di un senzatetto in un cassonetto»

Tutto è partito dalla segnalazione di una cittadina, in buona fede, sui social network. Emilia Giorgi ha negli occhi la vicenda di Trieste, dove il vicesindaco Paolo Polidori, aveva gettato – la scorsa settimana – le coperte di un clochard in un cassonetto dei rifiuti, vantandosene su Facebook. Così, quando la donna ha visto i vigili urbani di Roma lavorare insieme ad alcuni operatori Ama in via di Porta Labicana e inserire nei cassonetti delle coperte e dei cartoni riconducibili a un giaciglio di un senzatetto, non ha resistito e ha cercato di chiedere spiegazioni sulla situazione. La donna avrebbe avuto questa risposta: «Signora, da qualche parte bisognerà pur cominciare! E l’amministrazione ci ha chiesto di iniziare da qui. Ma non lo vede che non hanno nemmeno dignità?».

Vigili Roma, il post di denuncia sui social network

Vigili Roma, la vera storia delle coperte gettate in un cassonetto

Un nuovo caso Trieste? Le cose non sono andate proprio così. È in corso un’operazione di bonifica della zona intorno alle mura Aureliane, territorio di confine tra Municipio II e Municipio I. I vigili urbani insieme all’Ama, interpellati direttamente dall’amministrazione centrale, stanno cercando di ripulire la zona dai tanti rifiuti che vi si accumulano: frigoriferi, materiali ingombranti, reti di materasso. Probabile che siano intervenuti anche su un giaciglio di un senzatetto. Nella circostanza, in modo particolare, una senza fissa dimora.

«I vigili urbani ci hanno assicurato che non c’è stato alcuno scontro traumatico con la signora senza fissa dimora – ha dichiarato Rosario Fabiano, assessore all’Ambiente del Municipio II in quota centro-sinistra, a Giornalettismo -. La donna ha preso la coperta che aveva sulle spalle e se ne è andata via tranquilla. I materiali che i vigili urbani hanno gettato nei cassonetti erano coperte sporche e cartoni bagnati, inutilizzabili». Ci sarebbe anche un video che documenta questa operazione, in possesso di Antonio Di Maggio, comandante dei vigili urbani a Roma.

Il problema di comunicazione tra la sede centrale e il Municipio II

Tutto normale, allora? Non proprio. Perché per effettuare questo tipo di interventi c’è una prassi ben precisa da seguire. I vigili urbani del Municipio II, infatti, ci informano che – quando sono coinvolte persone senza fissa dimora – bisogna richiedere l’intervento della Sala Operativa Sociale e del Nucleo Assistenza Emarginati di ciascun municipio. Questi reparti specifici, nella giornata di ieri, non hanno avuto alcuna indicazione o comunicazione ufficiale.

A spiegare il perché è ancora l’assessore Fabiano, sempre ai microfoni di Giornalettismo: «C’è stato senz’altro un problema di comunicazione tra la sede centrale del Comune di Roma e il nostro municipio. Noi siamo sul posto, conosciamo le situazioni delle tante persone che dormono in un’area difficile come quella delle mura Aureliane. Ci saremmo aspettati un coinvolgimento da parte dell’amministrazione centrale e invece non è stato così».

Insomma, la prassi non è stata seguita puntualmente e, in queste circostanze, è facile creare il malinteso. Operare in coordinamento con SOS e NAE significherebbe rilevare eventuali situazioni di disagio e porre un rimedio, magari ricollocando la persona senza fissa dimora in una struttura adatta. In questo caso, un difetto di comunicazione avrebbe potuto provocato una situazione ben più grave.

FOTO: ANSA/GIUSEPPE LAMI

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