La legge sulle telecamere negli asili non prevede l’obbligo della video-sorveglianza

10/01/2019 di Enzo Boldi

In molti si ricorderanno degli episodi di violenza all’interno della scuola dell’infanzia di Pistoia «Cip e Ciop» con le immagini delle urla e delle botte sui bambini da parte della titolare della struttura e dell’inserviente. Era il 2 settembre del 2009 e gli agenti del Servizio Centrale Operativo (Sco) dei Carabinieri, avevano immortalato le terribili gesta delle due donne sui piccoli ospiti della loro scuola. Da quel giorno, seppur anche in passato erano stati riscontati episodi simili in tutta Italia, la politica ha deciso di muoversi compatta in direzione di una legge per obbligare l’installazione delle telecamere negli asili.

Era il 2009. A quasi 10 anni di distanza, una proposta di legge è stata bocciata dal Senato (nel 2013) e la nuova riscrittura del testo – passato alla Camera, ma ancora incagliato a Palazzo Madama – sembra essere inutile. Scompare, infatti, la parola «obbligo», sostituita da una molto più laconica e poco indicativa «possibilità». Qualora il testo non fosse modificato, alle strutture per l’infanzia sarà, dunque, solamente data indicazione e libera scelta sull’installare o no le telecamere negli asili.

Gli ultimi episodi di violenza negli asili

Questa mattina l’ultimo episodio a Cassino, in provincia di Frosinone, seguito a ruota da un altro caso che arriva direttamente da Roma, nella zona Magliana, dove una maestra è stata sospesa da un asilo comunale per aver sculacciato e schiaffeggiato due bambini di 3 e 5 anni, oltre a rimproverarli costringendoli a punizioni mortificanti. I numeri di queste violenze diventano sempre più inquietanti e, nel 2019, per garantire la sicurezza dei nostri figli, nipoti e fratellini all’interno delle scuole dell’infanzia non esiste ancora nessuna legge.

In questo momento storico, in Italia, se si hanno sospetti di violenze perpetrate sui minori all’interno delle scuole, occorre prima fare denuncia alle forze dell’ordine e poi vedere cosa accade. Polizia e Carabinieri, solo dopo la segnalazione, possono muoversi – dietro mandato – per installare le telecamere negli asili e poi attendere che la maestra/o sospettato si prodighi in questi gesti di violenza immotivata. Ma non ne basta uno. Spesso e volentieri, infatti, accade che le registrazioni vadano avanti per mesi prima di poter muovere un capo d’accusa ben certo.

La proposta di legge C. 261 sulle telecamere negli asili

La soluzione a tutti i mali potrebbe essere questa normativa sulle telecamere negli asili. Si tratta della proposta di legge C. 261, approvata alla Camera durante la scorsa Legislatura, ma ora ferma al Senato. Una proposta che trova tutti i partiti d’accordo, ma che ancora non è stata applicata. Ma cosa prevede questa proposta? La formula originale del provvedimento, presentato per la prima volta da Forza Italia, prevedeva l’obbligatorietà dell’installazione delle telecamere negli asili. Il testo approvato a Montecitorio nel 2016, invece, abolisce la parola «obbligo». Al suo posto, come si legge sul sito della Camera, il testo ora prevede «la possibilità, per le suddette strutture, di installare sistemi di videsorveglianza a circuito chiuso con immagini cifrate». Possibilità e non obbligo, una differenza sostanziale più che formale.

(foto di copertina: ANSA/ US QUESTURA DI FOGGIA)

Share this article
TAGS