Gianluigi Paragone: «Caro M5S, vuoi essere come i gilet gialli ma ti comporti come il Pd»

08/01/2019 di Enzo Boldi

Mentre buona parte della fronda pentastellata del governo corre a difendere il salvataggio di Banca Carige parlando di tutela dei risparmiatori, emerge una voce fuori dal coro. È quella del giornalista-senatore M5S Gianluigi Paragone che si è detto «incazzato» per il comportamento del Consiglio dei ministri che ieri sera ha stabilito le linee guida per evitare il fallimento dell’Istituto bancario ligure. Una mossa che non è in linea con le battaglie fatte negli anni scorsi dal Movimento nei confronti delle misure adottate dai governi precedenti.

«Questo caso di Carige non può finire come tutti i casi trattati dai governi precedenti, con una soluzione abbastanza simile – ha tuonato Gianluigi Paragone in un video-messaggio condiviso sui suoi canali social -. È mai possibile che nessuno nel governo del cambiamento stia chiedendo a Bankitalia di rendere conto delle sue responsabilità? Vogliamo farla questa benedetta commissione d’inchiesta? Sarà realmente operativa? Sono incazzato, sono un gilet giallo, non volevamo esserlo?».

 

Gianluigi Paragone, l’unico vero gilet giallo del M5S

Il suo video-messaggio è stato girato all’esterno della Hps di Marnate, in provincia di Varese, dove alcuni dipendenti sono stati licenziati nei giorni di Natale, dopo aver avuto rassicurazioni dalla nuova proprietà canadese sui propri posti di lavoro. «È un padrone e anche criminale, perché sta giocando sulle pelle dei lavoratori, pensando di fare quello che vuole, soltanto perché è una multinazionale quotata in borsa – spiega Gianluigi Paragone -. Allora chiedo al mio governo: noi contiamo ancora qualcosa? Siamo in grado di dire a questi signori che i tempi dei padroni e delle fabbriche è finito?». Insomma, al senatore M5S non sta bene l’atteggiamento che certi rappresentanti a Cinque Stelle abbiano perso di vista alcuni atavici problemi, che negli anni sono stati le loro battaglie e annuncia: «Al prossimo voto importante in Aula, io mi sarò insieme ai lavoratori licenziati, agli sfrattati e non potrò essere in Aula. E sarò veramente un rappresentante del popolo».

Cosa resta del governo del Cambiamento?

Il vero rappresentante del popolo richiama ai valori del Movimento Cinque Stelle, quello della vicinanza ai problemi dei cittadini al di là degli slogan. Ultimo caso, contestato da Gianluigi Paragone, è quello dell’appoggio di Luigi Di Maio ai manifestanti francesi contro il governo di Emmanuel Macron. Il senatore ricorda ai naviganti che i «Noi siamo già gilet gialli prima che fossero loro i gilet gialli. Allora cominciamo a farlo. Dobbiamo dimostrare di essere forti, di essere il Governo del cambiamento e di essere vicini alla gente».

(foto di copertina: ANSA/ALESSANDRO DI MEO)

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