La bufala della Digos all’Anagrafe di Palermo

La storia dell’arrivo della Digos all’anagrafe di Palermo dopo le dichiarazioni di Leoluca Orlando si è rivelata una fake news. La smentita è arrivata direttamente dalla Questura che in una nota ha spiegato che la notizia «una asserita presenza di personale della Digos di Palermo presso l’Ufficio Anagrafe del Comune, per assumere informazioni sulle procedure sui richiedenti asilo politico» è «destituita di ogni fondamento».

Digos all’anagrafe di Palermo, la Questura smentisce

A far girare la voce di un agguato della Digos alla questura erano stati alcuni dipendenti. «Nessun dipendente della locale Digos ha fatto accesso negli uffici comunali» ha fatto sapere la Questura. I dipendenti avevano però dichiarato che «gli agenti hanno chiesto cosa accade quando vogliamo regolarizzare la posizione di un richiedente asilo e quali sono le procedure che stiamo seguendo». I dipendenti avevano lamentato una grande confusione successiva alla ricezione dell’ordine scritto del sindaco Leoluca Orlando, deciso a ribellarsi al Ministro dell’interno Matteo Salvini, con cui è entrato in aperta polemica dopo l’approvazione del decreto sicurezza . «Il mio non è un atto di disobbedienza, eversivo è chi viola i diritti umani – aveva spiegato Leoluca Orlando – Al nervosismo del ministro Salvini rispondo che ho esercitato le mie funzioni di sindaco, ho sospeso l’applicazione di norme e competenza comunale che potevano pregiudicare i diritti umani dei migranti». La riposta di Matteo Salvini è giunta nelle stesse ore in cui si diffondeva la falsa notizia della visita della Digos. «In Italia ci sono ottomila sindaci, quindi andiamo a parlare degli altri 7.990. – ha dichiarato il ministro – C’è qualche sindaco incapace che siccome non sa gestire Palermo, Napoli, Firenze e altre città, si inventa polemiche che non esistono».

Dipendenti dell’anagrafe di Palermo, «non possiamo rischiare il nostro posto di lavoro»

Intanto i dipendenti degli uffici lamentano di essere nel caos, non sapendo se dover fare riferimento a quanto stabilito dal primo cittadino di Palermo o al ministro Salvini. «Non possiamo permettere che a rimetterci siano i dipendenti del Comune dell’ufficio anagrafe che accogliendo le richieste dovranno difendersi in giudizio», hanno spiegato i rappresentanti sindacali degli impiegati dell’anagrafe che stamani hanno dato l’allarme. Nella nota rilasciata hanno aggiunto che «abbiamo ricevuto diverse telefonate da parte dei funzionari e dipendenti comunali che non sanno cosa fare e sono preoccupati per i rischi a cui vanno incontro. Apporre una firma ad un provvedimento li espone a possibili denunce e in caso di condanna alla perdita del posto di lavoro».

(credits immagine: Il municipio di Palermo ANSA/RUGGERO FARKAS)

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