Avranno anche abolito la povertà, ma la pressione fiscale sale di mezzo punto con la manovra del popolo

La novità arriva direttamente dall’Ufficio parlamentare di Bilancio. Con questa manovra del popolo, la pressione fiscale aumenterà di mezzo punto percentuale. È la prima volta in cinque anni. Il peso e la percezione delle tasse sui cittadini aumenterà di quasi mezzo punto sul prodotto interno lordo, passando dal 42% del 2018 al 42,4% del 2019. L’aumento tendenziale sarà previsto anche per il 2020, con il 42,8%, salvo poi scendere al 42,5% del 2021.

Pressione fiscale, un aumento dopo cinque anni

«Sono numeri che non ho dato nella relazione – ha detto il presidente dell’ufficio parlamentare di Bilancio Antonio Pisauro – perché vanno un po’ verificati: il messaggio sostanziale in termini economici è che c’è un leggero aumento di mezzo punto che poi rimane stabile». Inoltre, lo stesso Pisauro ha lanciato un messaggio di allarme sulla sostenibilità della manovra del popolo, vista la presenza di una grossa clausola di salvaguardia sull’Iva che difficilmente potrà essere compensata da tagli alla spesa e da investimenti.

Cos’è la pressione fiscale

Investimenti che, sempre secondo la medesima relazione, scenderanno di molto in questo prossimo anno, che non si annuncia affatto roseo per l’economia italiana. Anche la previsione della crescita del Pil all’1% stabilita dal governo, pur rientrando nei parametri, viene rivista al ribasso dall’ufficio parlamentare che è convinto che non supererà lo 0,8%.

Non una manovra espansiva, dunque, nonostante le rassicurazioni di un esecutivo che ha evidentemente utilizzato questo termine con troppa leggerezza. Al contrario, i cittadini avvertiranno maggiormente il peso delle imposte, in un quadro generale di crescita con un freno a mano sempre più tirato. La pressione fiscale, infatti, è data dal rapporto tra l’ammontare del gettito fiscale totale e il Prodotto Interno Lordo la cui crescita, rispetto agli ultimi trimestri, è in forte rallentamento.

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