Briatore sogna una «dittatura democratica (come negli Stati Uniti)» per l’Italia

24/12/2018 di Redazione

«In Italia, la burocrazia è una cosa spaventosa, che ostacola tanti italiani che si rimboccano le maniche la mattina. Ci vorrebbe una dittatura democratica come negli Stati Uniti, per cui chi vince le elezioni comanda davvero, fino a nuove elezioni». Parla di Flavio Briatore. L’imprenditore, intervistato dal quotidiano La Verità, ha voluto esprimere il suo punto di vista sulla situazione italiana, all’indomani della votazione della manovra economica in Senato.

Briatore e il suo concetto di dittatura democratica

La fiducia dell’imprenditore nei confronti del Movimento 5 Stelle sta sempre più scemando, mentre invece guarda con speranza alla risolutezza di Matteo Salvini. Ma quello che stupisce di più è il suo concetto di Stato, quello di dittatura democratica, e il confronto a sproposito fatto dagli Stati Uniti.

Non si capisce, infatti, come possa esistere una dittatura democratica (una dittatura non può basarsi sulla legittimazione popolare, a meno che non si vada a tirar fuori il vecchio concetto greco di demagogia, dove un uomo solo governa con pieni poteri per favorire gli interessi più bassi della popolazione) né come questo concetto possa essere applicato agli Stati Uniti.

Briatore allontana il suo ingresso in politica

Qui, il presidente è eletto dai cittadini e, inoltre, il potere della sua amministrazione è fortemente limitato dalla composizione del Senato e del Congresso che possono anche avere una maggioranza di orientamento diverso per larghi tratti del mandato presidenziale. Insomma, è una fake news che negli Stati Uniti chi vince le elezioni comanda davvero. Un sistema, quello americano, basato sul controllo delle istituzioni, rispettando in pieno le esigenze democratiche.

Tuttavia, Briatore sembra avere un parere diverso e sembra voler applicare questo modello di dittatura democratica anche all’Italia. In un momento in cui il sovranismo solletica gli istinti individualistici di chi riveste ruoli istituzionali, non sembrano proprio parole rassicuranti. In ogni caso, Briatore sembra voler allontanare, almeno per il momento, il suo ingresso in politica: «Io sottosegretario? No, io sotto a qualcuno non ci voglio stare, non mi piace proprio la parola». In pieno stile ‘dittatura democratica’.

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