Mario Adinolfi contro Mentana e Open per gli articoli sui ragazzi gender fluid e dj Fabo

Se fondi o dirigi un giornale ti becchi anche le critiche. E le critiche non sono tardate ad arrivare anche per Open, il nuovo giornale online pensato e voluto da Enrico Mentana, e lanciato questa mattina con diversi articoli dedicati ai giovani. Il primo a giudicare negativamente il lavoro dei giovani giornalisti è Mario Adinolfi, anche lui giornalista, fondatore del movimento politico ultracattolico Il Popolo della Famiglia e del quotidiano La Croce.

Mario Adinolfi critica le prime scelte di Mentana e Open

In un lungo post pubblicato su Facebook Adinolfi ha fatto sapere di non aver gradito gli articoli di Open dedicati ai ragazzi gender fluid (quelli che non si identificano nel genere maschile e femminile) e alla vicenda di dj Fabo (il ragazzo tetraplegico in seguito a un incidente che ha deciso di farsi accompagnare in Svizzera per morire con il suicidio assistito) perché solo ‘narrativi’. «La risposta di Open – scrive – è meramente descrittiva. Prende dei ragazzi poco più che adolescenti e ne racconta il “sentirsi” maschio o femmina o fluidamente in continuo bilico. Prende la storia di Dj Fabo e sottolinea che la Corte Costituzionale ha richiesto una legge sul suicidio assistito (non è proprio così, ma non facciamo i pignoli) entro settembre prossimo. Se c’è un rimprovero da fare al quotidiano on line di Mentana è di scegliere un solo punto di vista rimanendo su un piano meramente narrativo, senza tentare quello che sul web sembra inosabile e è invece necessario: l’approfondimento, gli articoli lunghi, la violazione del tabù dell’ipersemplificazione dei temi e delle storie».

Adinolfi parla di «presunti ragazzi gender fluid» e, rivolgendosi a Mentana e alla sua redazione, afferma che «la neonata ideologia gender esiste davvero». Poi riporta un lungo testo tratto da un suo libro con i «cinque comandamenti» della nuova ideologia: «Maschio e femmina sono uguali», «Il sesso biologico è modificabile», «Famiglia naturale? Uno stereotipo», «Desessualizzare la genitorialità», «Conquistare scuola e mass media». Per Adinolfi è necessario conoscere i principi della «colonizzazione ideologica» perché – dice – «la realtà sotto i nostri occhi» è «evidente a chiunque voglia vedere».

Dunque – continua – «noi possiamo metterci in piedi, dritti, silenziosi davanti a questa colonna di carri armati. Oppure possiamo lasciarli passare, un po’ pavidi, un po’ complici. Scegliete voi. Io, per me, ho scelto. Ho tre figlie e ho interesse che il mondo che costruiremo per loro sia fondato sulla verità, non sull’ideologia». Adinolfi conclude: «Spiegatelo anche a Enrico Mentana e ai ragazzi di Open, apparsi pericolosamente proni all’ideologia fin dal loro primo numero. Essere ‘aperti’ davvero vuol dire invece sfuggirla, inoculare contro il veleno dell’ideologia l’antidoto delle idee, soprattutto quelle controcorrente, quelle che non prendono i ragazzi e le loro mode per il verso del pelo, ma li (con)vincono scegliendo di spazzolarli contropelo».

(Foto di copertina da archivio Ansa)

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