Viterbo, non solo calci: anche offese razziste per un arbitro minorenne

18/12/2018 di Redazione

L’ennesimo grido d’allarme (perlopiù inascoltato) arriva da un campo di calcio di Viterbo. A essere aggredito è ancora una volta un arbitro minorenne. Ma questa volta non ci si è limitati al gesto fisico: a fare ancor più male rispetto al calcio che gli è costato sei giorni di prognosi (questo l’esito degli accertamenti presso l’ospedale Belcolle di Viterbo) sono state le offese razziste che gli sono state rivolte.

Aggressione arbitro Viterbo, la ricostruzione del Corriere dello Sport

Fahrnane S. E. è originario di Vetralla, piccolo centro della provincia. La sua passione è quella di vivere il calcio da arbitro imparziale. Per questo motivo, da qualche tempo e nonostante la giovane età, arbitra le partite di seconda categoria. Stando al racconto del Corriere dello Sport, il direttore di gara, nel corso del match tra Aurora Viterbo e Virtus Marta (finito con il risultato di 3-2 per gli ospiti), avrebbe espulso tre calciatori della squadra di casa.

Le sue decisioni avrebbero fatto perdere la ragione ad alcuni calciatori locali, che si sarebbero resi protagonisti dell’aggressione del giovane arbitro. Oltra a un calcio, il direttore di gara ha dovuto ascoltare insulti come «torna al tuo Paese», «neg*o di m****» e «scimmia».

La smentita del presidente dell’Aurora Viterbo

Non ci sta Roberto Troncarelli, presidente della squadra di calcio dell’Aurora Viterbo, che smentisce categoricamente quanto accaduto e si dice pronto a querelare il direttore di gara per aver dichiarato il falso: «Sulle accuse di razzismo – ha detto al Corriere di Viterbo – dico solo che la nostra società l’anno scorso ha stretto un accordo con un centro d’accoglienza per far allenare con noi 10 ragazzi di colore. È falso poi che l’arbitro sia caduto e sia stato colpito. Io stesso l’ho scortato fino allo spogliatoio. Anch’io l’ho visto sconvolto: forse ragazzi così giovani non reggono la pressione. Violenze? Pronti a querelarlo se getterà discredito sulla nostra società».

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