La storia dell’amianto nei prodotti Johnson&Johnson

Un’inchiesta della Reuters dei giorni scorsi ha portato scompiglio nel mercato dei prodotti per il corpo. Il noto marchio Johnson&Johnson – famoso in tutto il mondo e anche in Italia – è stato accusato di aver messo in commercio alcuni prodotti contenenti amianto. La reazione dell’opinione pubblica, dopo l’inchiesta giornalistica, è stata molto forte: l’azienda ha perso il 3% in borsa nella sola giornata di lunedì 17 dicembre, ma sono stati allertati anche organi istituzionali per chiedere conto del presunto pericolo nel consumo di prodotti Johnson&Johnson.

Johnson&Johnson, la storia dell’amianto nei suoi prodotti

In modo particolare, a finire sotto la lente d’ingrandimento, c’è stato un talco per bambini – la Baby Powder – sul quale al Mount Sinai Medical Center nel 1971 e successivamente alla Rutgers University nel 1991 erano state effettuate delle analisi che rivelavano tracce di amianto all’interno del prodotto. Tuttavia, Johnson&Johnson ha affermato che i suoi prodotti sono assolutamente sicuri, ha acquistato intere pagine di giornale per pubblicare un redazionale dal titolo «Scienza. Non sensazionalismo» in cui spiega l’assoluta sicurezza dei suoi prodotti, l’efficacia delle analisi effettuate nei test e la collaborazione con i principali enti nazionali per la salute pubblica.

Come si sta difendendo la Johnson&Johnson

La Reuters, tuttavia, aveva rivelato la presenza delle tracce di amianto, non mettendole in correlazione diretta con la possibilità che queste provochino il cancro. Anche se, secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, anche una quantità ridotta di questa sostanza, se usata all’interno di un prodotto da bagno, può essere nociva in questo senso.

Ora, il numero uno di Johnson&Johnson, Alex Gorsky, è pronto a rilasciare una serie di interviste pubbliche – mettendoci la faccia – per rassicurare i clienti del marchio Johnson&Johnson e gli investitori. Nel frattempo, dovrà fronteggiare una richiesta del senatore Edward Markey del Massachussets che ha inviato una lettera con richiesta di chiarimenti alla U.S. Food and Drug Administration, che si occupa di rilevare eventuali irregolarità nei prodotti sul mercato.

Share this article