Olanda, la messa ininterrotta da 50 giorni per salvare una famiglia di migranti

14/12/2018 di Enzo Boldi

La messa più lunga di sempre. In una chiesa protestante di Bethel, piccolo comune de L’Aia (Olanda), non si sta andando a caccia di un nuovo record, ma si sta provando a salvare una famiglia armena dalla deportazione. Cinque persone – una mamma, un papà e i loro tre figli -, infatti, rischiano di essere riportati in Armenia dopo che, di recente, gli è stato revocato lo status di asilo politico, ma l’ingegnosa idea del parroco della chiesa di Bethel sta consentendo di prendere del tempo.

La cerimonia è iniziata alle 13.30 di venerdì 26 ottobre e oggi siamo arrivati al 50esimo giorno di messa perpetua e senza interruzioni. Il tutto per sfruttare i limiti della legge: in Olanda, infatti, le forze dell’ordine non possono accedere e operare nelle aree di culto durante le funzioni religiose. Ed ecco che da quel giorno di fine ottobre, la messa va avanti 24 ore su 24, con un ricambio di sacerdoti che portano avanti la funzione senza sosta, per non consentire alla polizia di fermare e deportare la famiglia armena.

In Olanda la messa più lunga del mondo (per scopo umanitario)

«Ho copiato e incollato le liturgie degli ultimi 10 anni in un unico documento enorme e abbiamo semplicemente cantato e pregato su questo, fino a quando non sono stati trovati altri pastori che hanno preso il mio posto», ha spiegato il parroco della chiesa protestante di Bethel. E l’idea è quella di non fermarsi fino a che la situazione della famiglia armena non sarà sicura. «Questa è stata una chiara opportunità per trasformare in realtà l’amore per il prossimo», ha dichiarato alla CNN Theo Hettema, il presidente del Consiglio generale dei Ministri protestanti in Olanda.

 

Temporeggiare per arrivare a un lieto fine

Alla fine della vicenda scopriremo se tutto quello che sta accadendo a Bethel sarà servito a qualcosa e se la famiglia armena riuscirà a evitare il rientro coatto nel loro Stato di origine, da cui sono fuggiti nel 2010. In attesa di tutto ciò, l’idea del parroco ha messo in luce la loro situazione. Forse più questo – rispetto al temporeggiamento – è l’obiettivo primario di questa sorta di protesta portata avanti nei limiti della legge.

(foto di copertina da Twitter, Unione Induista IT)

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