Il Papiro di Artemidoro è un falso, ma la truffa è prescritta. Fu pagato 2,7 milioni

10/12/2018 di Redazione

Il Papiro di Artemidoro, considerato per decenni un documento storico di inestimabile valore, è un falso. Lo hanno stabilito gli studi raccolti nell’inchiesta della procura di Torino nei confronti di Serop Simonian, che nel 2004 riuscì a vendere il reperto, per un corrispettivo di 2 milioni e 750mila euro alla Fondazione per l’Arte della Compagnia San Paolo. Una truffa, per i magistrati torinesi, che resterà però impunita: il procedimento è stato infatti archiviato per intervenuta prescrizione.

L’inchiesta della procura rivela: il Papiro di Artemidoro è un falso

L’indagine della procura era scattata nell’ottobre 2013, dopo un esposto del professor Luciano Canfora, benché già da tempo circolasse più di un dubbio sull’autenticità del reperto attribuito al geografo antico Artemidoro di Efeso e fatto risalire alla fine del I secolo a.c. Il Papiro di Artemidoro era destinato al Museo Egizio di Torino in comodato gratuito ma, proprio a causa del grave sospetto che si trattasse di un falso, è stato tenuto a lungo ‘in cantina’. Quando poi nel 2012 il reperto è stato preso in carico dal Museo di Antichità Torinese, venne esposto ma con l’avviso che poteva essere un falso.

 

Papiro di Artemidoro
(Foto da archivio Ansa: Credit immagin: ANSA / US)

 

Di recente il Ministero dei Beni Culturali ha disposto il trasferimento del Papiro per sottoporlo alle analisi dell’Istituto centrale per il restauro e la conservazione patrimonio archivistico e librario. Lo studio è ancora in corso ma le «evidenze preliminari sembrano sopportare la tesi del falso più di quella dell’autenticità». Per la procura di Torino, che cita anche numerosi altri riscontri, è «abbondantemente provata la certezza del falso». Tutti i documenti sono stati trasmessi alla Compagnia di San Paolo per ogni eventuale azione a propria tutela.

(Foto di copertina da archivio Ansa. Credit immagine: ANSA / ALESSANDRO DI MARCO)

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