Travaglio e le vignette: boccia il Toninelli ‘Boh Tav’ ma promuove il Toninelli ‘disabile’

No alla vignetta con Danilo Toninelli rappresentato come un attivista ‘Boh Tav’. Sì invece al Toninelli descritto come un disabile che «con tutti i problemi» è stato fatto lo stesso ministro. È la scelta del Fatto Quotidiano di questi giorni. Dopo la tentata censura del vignettista Vauro Senesi, che ha evidenziato l’incertezza della linea M5S rispetto all’alta velocità Torino-Lione, ieri il quotidiano diretto da Marco Travaglio ha pubblicato un disegno satirico di Natangelo che descrive il titolare di Infrastrutture e Trasporti come un incapace e lo lega all’amore per i disabili.

 

 

Sì alla vignetta con Toninelli ‘disabile’ che «con tutti i problemi» è stato fatto ministro

«Noi i disabili li amiamo! Guarda Toninelli: con tutti i problemi che ha lo abbiamo fatto ministro!», esclama nella vignetta il capo politico Luigi Di Maio commentando il caso di Matteo Dall’Osso, il deputato affetto da sla che ha abbandonato il Movimento 5 Stelle per la scarsa attenzione ai problemi delle persone con disabilità. Sui social network molti utenti hanno criticato il disegno. «Usate la parola ‘disabile’ per far sberleffi se pur per satira», è una delle risposte al tweet di Natangelo. E un’altra: «Non fa ridere, dare del disabile a qualcuno in senso dispregiativo è una cosa triste e irrispettosa verso i portatori di disabilità. Forse Dall’Osso ha davvero ragione». «Battuta di m…», ha scritto un altro utente.

La vignetta è stata accompagnata dalla nota dell’autore: «Attenzione: battuta su Toninelli autorizzata da Travaglio». Un giudizio, quello del direttore, senz’altro più severo di quello espresso nei confronti di Vauro.

 

 

No alla vignetta con Toninelli ‘Boh Tav’

Nella vignetta della scorsa settimana erano rappresentati un attivista ‘No Tav’ contrario alla Torino-Lione, una attivista ‘Sì Tav’ favorevole all’opera pubblica, e infine il ministro Toninelli come un ‘Boh Tav’ dall’aria confusa. Il giorno seguente, sabato 8, il disegno è apparso nelle pagine interne del Fatto in versione rimpicciolita, all’interno di un box firmato da Travaglio in cui il direttore rivendicava il suo diritto di «contestare a un collaboratore un fatto non vero». «Non considero il nostro giornale come una ‘buca delle lettere’. Ho voluto farne parte come redattore perché convinto che ‘I satiristi sono sacri’ e perché il Fatto è un ‘giornale nato per pubblicare ciò che nessuno pubblicherebbe mai in una stanza conformista e bigotta’», è stata la risposta di Vauro citando Travaglio. «La libertà di satira non c’entra nulla con la libertà di bufala. E non pubblicare un pezzo o una vignetta sbagliati non è censura», «È tanto difficile ammettere di avere sbagliato vignetta?», la replica del direttore.

(In copertina: le vignette di Vauro e Natangelo su Toninelli pubblicate sul Fatto Quotidiano)

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