Aquarius non salverà mai più vite umane e Salvini esulta

Le vicende di Aquarius, ormai, sono note al grande pubblico. Si tratta di una nave che fa riferimento a Medici Senza Frontiere e che ha operato nel Mediterraneo per salvare vite umane. Ma è anche una imbarcazione che è stata al centro di un vero e proprio braccio di ferro con il governo italiano. Nel giugno del 2018, Matteo Salvini si oppose al salvataggio di ben 629 migranti. In quella circostanza si parlò per la prima volta di chiusura dei porti. Il 20 novembre scorso, invece, la nave è stata sequestrata nel porto di Marsiglia per un’inchiesta sul presunto smaltimento di rifiuti tossici.

Aquarius chiude i battenti

Attacchi da parte del governo, inseriementi nell’ambito di vicende giudiziarie, scarso sostentamento economico. Ora, la Aquarius ammainerà la sua bandiera, vessata da continui colpi di scena e da un accanimento nei suoi confronti senza precedenti. Cosa ancor più strana, se si considera che stiamo parlando di una missione umanitaria che si occupa di limitare, per quanto possibile, le morti nel mar Mediterraneo.

L’annuncio di Medici Senza Frontiere non lascia molto spazio all’immaginazione: «Dopo due mesi di fermo forzato in porto a Marsiglia e mentre uomini, donne e bambini continuano a morire in mare, la scelta dolorosa appare tuttavia forzata» – scrivono in una nota.

Aquarius ha salvato più di 30mila persone dal 2016

Medici Senza Frontiere ha parlato apertamente di un giorno buio, attraverso le parole del portavoce di MSF Italia Gabriele Eminente. Dall’inizio delle proprie attività di ricerca e soccorso in mare nel febbraio 2016, la Aquarius ha assistito circa 30.000 persone nelle acque internazionali tra Libia, Italia e Malta. Un aiuto indispensabile per evitare una piaga, quella delle morti nel Mediterraneo, che soprattutto nel 2018 è sembrata inarrestabile.

Stride, dunque, l’esultanza di Matteo Salvini, che le missioni delle navi nel Mediterraneo proprio non le tollera. «Meno partenze, meno sbarchi, meno morti. Bene così». Lo scrive su Twitter. Senza calcolare le conseguenze che un’azione del genere potrà avere sulle persone che, da disperati, tentano la traversata del Mediterraneo su mezzi di fortuna. E, il più delle volte, muoiono annegati.

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