Roberto Fico ammette: «Non ero in Aula perché ho preso le distanze dal decreto sicurezza»

30/11/2018 di Enzo Boldi

Il silenzio dei giorni scorsi diceva più di mille parole. E così Roberto Fico, all’indomani del voto di fiducia alla Camera che ha approvato il decreto sicurezza, è tornato a parlare. La sua assenza tra gli scranni di Montecitorio, dove lui è presidente, aveva fatto rumore e simboleggiava un malcontento malcelato rispetto alla svolta a destra intrapresa dal governo – e in particolare dal suo Movimento 5 Stelle – nell’assecondare e sostenere Matteo Salvini su questo rumore. E oggi è arrivata la sua spiegazione di quel gesto simbolico, ma neanche troppo.

In molti hanno, infatti, è stata vista questa sua assenza come un segnale di spaccatura – o, almeno, di dissenso – nei confronti del decreto sicurezza e, a chi glielo ha fatto notare, Roberto Fico ha platealmente risposto: «È stata interpretata bene, è stata una presa di distanza». Nei giorni scorsi il silenzio, ma il rapporto tra il presidente della Camera e il leader della Lega Matteo Salvini non è mai decollato. In fondo, le due visioni sui diritti umani, sui migranti e su molti altri aspetti, sono completamente antitetici.

Roberto Fico rimasto in silenzio prima dell’assenza simbolica

«Non ne ho parlato prima – spiega Roberto Fico a margine di un convegno all’Accademia dei Lincei – perché io sono il presidente della Camera rispetto fino in fondo il mio ruolo, i diritti di maggioranza e opposizione, mando avanti i provvedimenti che arrivano in aula con la collaborazione di tutti i capigruppo. E rimango fedele al mio ruolo istituzionale. Se poi parliamo del merito del decreto dopo che è passato, quello e’ un altro discorso».

La replica di Matteo Salvini

Immediata la risposta di Matteo Salvini intervistato da SkyTg24. «Ma Roberto Fico ha letto questo decreto? Dove sta il problema? Aiuta di più i rifugiati veri, allontana i delinquenti, dà poteri ai sindaci, aumenta la lotta alla mafia, allo spaccio di droga, al racket, quindi non ho capito questa presa di posizione». Il diverbio a distanza prosegue con la replica del presidente della Camera: «Certo che ho letto il decreto. Ma ci sono tante cose che non avrei voluto leggere al suo interno».

(foto di copertina: ANSA/GIUSEPPE LAMI)

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