La madre di Luigi Di Maio non poteva essere titolare dell’azienda di famiglia

30/11/2018 di Enzo Boldi

In questi giorni si sta parlando molto del ruolo di Antonio Di Maio, padre del leader M5S, a causa delle assunzioni in nero di operai nella sua azienda edile a Mariglianella (in provincia di Napoli). L’Espresso, però, sottolinea come non sia lui il responsabile (a livello civile e penale) di tutto ciò, dato che dalle carte si evidenzia come – all’epoca dei fatti contestati – l’Ardima Srl fosse intestata alla moglie dell’uomo (e madre del penstastellato Luigi) Paolina Esposito.

Il settimanale L’Espresso spiega come tutto ciò – oltre ai vari contratti in nero che stanno emergendo in questi giorni – sia contro la legge. Il motivo è semplice: la donna è un’insegnante (e lo era anche all’epoca dei fatti) e dipendente pubblica. Per questo motivo non poteva ricoprire alcuna carica aziendale nell’impresa edile di famiglia, come indicato dall’articolo 58 del Decreto legislativo 29 del 1993: «I dipendenti della pubblica amministrazione non possono svolgere alcuna professione o assumere impieghi alle dipendenze di privati o accettare cariche in società costituite a fine di lucro».

La legge italiana sul lavoro pubblico e il principio di esclusività

Paolina Esposito, moglie di Antonio Di Maio, non solo è insegnante, ma è anche preside di una scuola pubblica napoletana. Il suo ruolo, quindi, non poteva essere tenuto nascosto e – in qualità di dipendente pubblico – avrebbe violato una delle regole fondamentali, quella dell’esclusività professionale. L’Espresso ricostruisce la storia professionale di Paolina Esposito. «È un dirigente scolastico, preside dell’Istituto Comprensivo Giovanni Bosco di Volla, provincia di Napoli, e fin dal 1980 professoressa in Istituti scolastici di primo e secondo grado del circondario. In particolare dal 2001 al 2015 è stata docente di ruolo al Liceo Imbriani di Pomigliano d’Arco e, nello stesso periodo, è stata titolare dell’azienda di famiglia. Eppure la legge italiana non lo permette».

Paolina Esposito, la madre di Luigi Di Maio alla guida dell’azienda di famiglia

Per poter diventare imprenditori, i dipendenti pubblici devono ricevere una speciale autorizzazione dall’amministrazione di appartenenza, cosa che viene concessa molto di rado per incompatibilità dei ruoli. Il lavoro pubblico, infatti, non consente (o non consentirebbe) di avere del tempo libero per dedicarsi a un’altra occupazione. Tantomeno per guidare un’azienda.

(foto di copertina: ANSA/CLAUDIO PERI)

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