Michael Cohen si è dichiarato colpevole di aver mentito al Congresso sulla Trump Tower

Nuovo colpo di scena nelle vicende giudiziarie di Donald Trump. L’ex avvocato del presidente degli Stati Uniti Michael Cohen ha ammesso di aver mentito al Congresso sulle vicende legate ad alcune transizioni commerciali avvenute in Russia per quello che riguarda la Trump Tower, ovvero l’edificio dal quale l’attuale inquilino della Casa Bianca gestiva tutti i suoi affari da multimilionario.

Michael Cohen, l’ammissione di falso davanti al Congresso

L’ammissione di Cohen è arrivata inaspettatamente: nella mattinata di martedì 29 novembre (ora locale) si è presentato davanti alla Corte di giustizia di Manhattan e ha rilasciato la sua dichiarazione a sorpresa. L’episodio a cui Cohen fa riferimento risale al 2016, quando si trovava a Mosca per conto del suo cliente Donald Trump. Quest’ultimo era impegnato nella campagna presidenziale che lo avrebbe portato a battere Hillary Clinton e a diventare il futuro presidente degli Stati Uniti.

In passato, questa vicenda era stata minimizzata da Cohen davanti al Congresso. Ora, però, sono emerse le sue false dichiarazioni in proposito. E c’è già chi parla di una mossa strategica, in virtù dei complessi legami tra Cohen e il procedimento sul Russiagate: in cambio della sua dichiarazione di colpevolezza, infatti, continua la sua cooperazone con il superprocuratore Robert Mueller e può sperare di ricevere una condanna più leggera.

Di cosa è colpevole Michael Cohen

L’indagine che riguarda Cohen lo ha portato a dichiararsi colpevole il 21 agosto 2018 rispetto a otto capi di imputazione tra cui violazioni della finanza, frode fiscale e frode bancaria. Nella sua dichiarazione davanti alla Corte, Cohen aveva detto che ha violato le leggi sulla finanza elettorale relativamente all’ufficio del candidato Donald Trump, con lo scopo principale di influenzare le elezioni per la presidenza degli Stati Uniti nel 2016.

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