Il CEO di Alibaba Jack Ma è iscritto al Partito Comunista cinese

27/11/2018 di Redazione

Si può essere miliardari e contemporaneamente iscritti a uno dei più tradizionali partiti che predica i valori del comunismo. È possibile nella Cina del XXI secolo, il Paese in forte crescita economica, che ha saputo trovare un equilibrio originalissimo tra il capitalismo dei colossi del mercato e i valori del Partito Comunista. Jack Ma, il CEO di Alibaba che ha annunciato il suo passaggio di mano alla testa dell’azienda nel prossimo anno, risulta iscritto proprio al Partito Comunista cinese.

Jack Ma è comunista

La sua iscrizione emerge da alcuni documenti che il Quotidiano del Popolo, il più importante organo di informazione cinese che fa capo proprio al partito, ha deciso di pubblicare e rendere noti. Una sorta di sorpresa generalizzata, dal momento che Jack Ma era ritenuto pressoché universalmente non affiliato a qualsiasi forma di organizzazione politica.

La notizia spiazza e coglie di sorpresa non soltanto gli addetti ai lavori. Jack ma ha un patrimonio personale che – secondo le ultime indicazioni della rivista Forbes – si aggira intorno ai 36 miliardi di dollari. Mentre Alibaba, il colosso dell’ecommerce cinese, così in espansione sul mercato che riesce a fare concorrenza ad Amazon anche nei Paesi occidentali, ha un valore sul mercato che si aggira intorno ai 400 miliardi di dollari.

Il commento di un portavoce di Alibaba sull’iscrizione di Jack Ma al Partito Comunista

La Reuters ha cercato di approfondire la questione. Jack Ma non ha voluto commentare l’indiscrezione, ma un suo portavoce ha rilasciato una dichiarazione: «L’affiliazione di un membro del board aziendale a un partito non condiziona assolutamente il nostro lavoro. Noi rispettiamo tutte le leggi dei Paesi in cui operiamo e la nostra missione è quella di rendere più facile per le persone fare affari nell’era digitale».

Suona strano che un multimiliardario come Jack Ma possa mettere in pratica i valori a cui si ispira il Partito Comunista. Ovviamente, può darsi che la sua affiliazione sia dovuta a ragioni di opportunità nei confronti dello Stato cinese. La notizia, in ogni caso, non è passata inosservata tra gli operatori internazionali.

(Credit Image: © Huang Zongzhi/Xinhua via ZUMA Wire)

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