La madre di Pamela Mastropietro: «Accusano mia figlia per difendere l’immigrazione»

26/11/2018 di Enzo Boldi

Oggi a Macerata inizia il processo a Innocent Oseghale, il nigeriano accusato della morte (soppressione e vilipendio di cadavere) della giovane Pamela Mastropietro, uccisa dieci mesi fa nelle marche. La madre della 18enne romana ha rilasciato un’intervista al quotidiano La Verità nella quale è tornata a parlare di un tema, quello dell’immigrazione, che aveva già affrontato poche settimane dopo l’omicidio della figlia. E lo fa accusando chi ha provato a sviare il problema, addossando parte delle responsabilità sulla sua Pamela.

«Hanno provato a demonizzare mia figlia, additandola come tossicodipendente – spiega Alessandra, madre di Pamela Mastropietro -. Il tutto con il solo fine di difendere l’immigrazione». Un duro attacco alla vigilia dell’inizio del processo nei confronti di Oseghale, 29enne nigeriano accusato di aver violentato, ucciso e fatto a pezzi – nascondendo il cadavere in un trolley poi abbandonato per strada – la giovane ragazza romana fuggita dalla Pars di Corridonia dove era ricoverata per disintossicarsi dopo alcuni problemi psichici.

Oggi inizia il processo sulla morte di Pamela Mastropietro

E proprio sulla Pars e sulla gestione che i dipendenti della comunità hanno avuto attorno a tutta questa faccenda, la madre di Pamela rilancia un primo attacco: «Come è stato possibile che una ragazza con i problemi e la patologia che aveva mia figlia sia stata lasciata libera di andare via in quel modo? Era sottoposta a una cura con medicinali che ne compromettevano la lucidità mentale, era sotto il sostegno di un amministratore. Eppure loro hanno sempre sostenuto di non aver potuto fare nulla».

«Mia figlia non era tossicodipendente»

Poi l’accusa nei confronti dell’immigrazione e non solo: «Quando sono venuti a perquisire casa mia, gli inquirenti sono rimasti stupiti. Chissà, forse immaginavano di trovare un ambiente di disadattati e tossicodipendenti – spiega la madre di Pamela Mastropietro -. Ma mia figlia non era tossicodipendente, aveva problemi che l’hanno portata a fare uso di sostanze stupefacenti. In molti hanno accusato mia figlia di essere una drogata e, di conseguenza, la mia famiglia di non averla controllata. Ma lo hanno fatto, e lo fanno, solo per difendere l’immigrazione. Oseghale è arrivato qui in Italia e si è messo a spacciare. Gli era stato dato il foglio di via, ma è rimasto qui in Italia da irregolare e criminale. E ha ucciso mia figlia, che non ha alcuna colpa».

(foto di copertina: ANSA/ANGELO CARCONI)

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