Caramelle e informazione sulla contraccezione: l’iniziativa non piace a Verona

A Verona, proclamata prima città per la vita in Italia, il gruppo di attiviste «non una di meno» non rinuncia alla sua battaglia. Aveva fatto scalpore la loro presenza al consiglio comunale vestite come i personaggi della serie dispotica The Handmaid’s Tale, I racconti dell’ancella. Vestite di rosso e con il copricapo bianco avevano manifestato contro l’approvazione dei finanziamenti ad associazioni pro-vita, e adesso distribuiscono caramelle fuori dalle scuole.

Caramelle come pillole: ma con il foglietto informativo

Fuori dalle scuole, per le strade del centro e vicino alla stazione, le attiviste del movimento «Non una di meno» hanno distribuito del materiale informativo sulla contraccezione. In particolare, un foglietto illustrativo che spiega i diversi metodi per non incorrere in una gravidanza indesiderata, con un paio di caramelle, la cui forma ricorda una pastiglia. Non una qualsiasi, ma proprio quella del giorno dopo. E su questa scelta, se vogliamo, di marketing, si sono scagliati molti politici. «La pillola non è una caramella», ha commentato la consigliera leghista Anna Grassi aggiungendo che  con questa idea il movimento ha «strumentalizzato un messaggio che associa un farmaco ad una caramella. La pillola del giorno è un farmaco a tutti gli effetti, che ha controindicazioni e effetti sul fisico di una ragazza. Non è così che si fa prevenzione». A condannare l’iniziativa anche il consigliere comunale di Verona Alberto Zelger, proprio lo stesso della mozione contestata a ottobre, che metteva a rischio la legge 194. Secondo il consigliere di Forza Italia la pillola del giorno dopo è una «pillola abortiva», come ha dichiarato al quotidiano veronese L’Arena, ricordando che secondo Federfarma l’assunzione di questi farmaci è salita nella città veneta del 700 per cento.  MA il movimento gli risponde su Facebook, spiegandogli che le cose non stanno proprio come le dipinge lui.

La consigliera comunale di Verona Anna Grassi, il consigliere Alberto Zelger, il deputato e consigliere Vito Comencini,…

Gepostet von Non una di meno – Verona am Dienstag, 20. November 2018

La pillola del giorno dopo non è una pillola abortiva

«Forse il volantino e le informazioni contenute nel sito a cui si rimanda, servirebbero innanzitutto al consigliere» si legge nel lungo post condiviso dal gruppo Non una di meno Verona sulla pagina ufficiale di Facebook, dove rispondono alle critiche di Zelger e dei suoi compagni di partito. Citando il parere della ginecologa Maria Geneth, il gruppo scrive che «la contraccezione di emergenza è, appunto, una contraccezione, non un metodo per l’interruzione volontaria della gravidanza, dal quale si differenzia per principi attivi, tempi di assunzione e meccanismi di azione, come stabilito dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA)». La pillola del giorno dopo infatti agisce «modificando l’azione delle gonadotropine e ritardando quindi l’ovulazione: è a base di levonorgestrel e non va confusa con la RU486 che ha come principio attivo il mifepristone e che è una pillola abortiva di solo uso ospedaliero». Intorno alla “pillola” in effetti c’è grande confusione, questo perché certi temi nel nostro paese sono ancora considerati dei tabù, e spesso l’educazione sessuale viene fatta dai giovani attraverso passaparola e google. Il foglietto allegato alle caramelle incrimante serviva proprio a questo: a creare informazione. Ma sapere è potere.

(Credits immagine di copertina: condivisa dal gruppo Non una di meno Verona sulla pagina Facebook ufficiale

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