Il Fatto Quotidiano si divide sul governo gialloverde

20/11/2018 di Redazione

L’esecutivo gialloverde deve continuare a governare o M5S e Lega devono salutarsi? Il Fatto Quotidiano oggi in prima pagina fornisce una duplice risposta alla domanda, con gli editoriali di due firme di punta del giornale, il direttore Marco Travaglio e Pietrangelo Buttafuoco, divisi sul destino di Luigi Di Maio, Matteo Salvini e soci. «Il governo vada avanti», è il titolo dell’articolo di Buttafuoco. «Meglio che si salutino», spiega invece Travaglio.

Il Fatto Quotidiano diviso sul governo M5S-Lega

«Caro Marco, l’unico governo possibile per l’Italia – si legge sul Fatto – è quello gialloverde: cinquestelle e leghisti a Palazzo Chigi. Malgrado loro stessi che hanno maggioranza e minoranza nella loro stessa alleanza. Fanno anche flanella tra inceneritori e preservativi ai margini delle cose vere, il Ponte per Genova, su tutto, ma non c’è altra strada perché l’accordo si fa solo nel disaccordo, altrimenti c’è solo il ritorno dei morti vincenti. Quelli del cimitero dei poteri». «È l’unico governo possibile – scrive ancora Buttafuoco – quello di Giuseppe Conte, è l’unica strada chiara, perché comunque quel 18 per cento fisso rilevato da qualche sondaggio in conto del Pd con cui tanti vorrebbero incollare un destino eventualmente redento del M5S, coincide con il vecchio regime le cui direttive sentimentali, sbrigativamente de sinistra, sono solo e sempre quelle degli attivi in bilancio grazie ai tagli, ai contratti a termine e alla macelleria sociale».

Travaglio risponde a Buttafuoco spiegando che ora c’è «un’alternativa» al governo di Movimento 5 Stelle e Lega: «il fronte della conservazione e della restaurazione che affratella la Lega a quel che resta di Pd e Fi». «In politica, come nella vita – afferma il direttore –, chi si somiglia si piglia. Cosa ci fanno i 5 Stelle che vogliono cambiare tutto, o almeno qualcosa, al governo con chi non vuole cambiare nulla?». Travaglio spiega che M5S e Carroccio erano partner ideali per un «governo di almeno parziale ‘cambiamento’» e che lo sono stati. «Poi – spiega ancora il direttore – il 14 agosto è venuto giù il ponte di Genova e dalle macerie è emerso un dato incontestabile: il ‘cambiamento’ della Lega, quando c’è di mezzo il partito trasversale degli affari, è finto. Mille freni alla revisione delle concessioni di Autostrade&C.. La difesa del precariato contro il pur blando dl Dingità. Lo scudo alla grande distribuzione delle sacrosante chiusure domenicali a rotazione. La tutela degli inutilissimi e costosissimi Tav, Terzo Valico e Pedemontana. E ora degl’inceneritori. Anche l’altro partito trasversale, quello dell’impunità, un tempo presieduto da Fi&Pd, ora trova protezione nella Lega: condoni fiscali e ostruzionismi vari sul blocco della prescrizione, le manette agli evasori, la legge sul conflitto d’interessi, la trasparenza sui fondi ai partiti». Travaglio non ha dubbi: ora la Lega è ‘renzusconizzata’.

(Foto da archivio Ansa: Buttafuoco e Travaglio)

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