Travaglio condannato a pagare altri 50mila euro al padre di Renzi

16/11/2018 di Enzo Boldi

Marco Travaglio è stato condannato per diffamazione nei confronti di Tiziano Renzi e ora dovrà pagare (altri) 50mila euro al padre dell’ex Presidente del Consiglio. È la seconda sentenza contro il direttore de Il Fatto Quotidiano per lo stesso reato contro Renzi senior. La prima volta riguardò un episodio dello scorso ottobre e, in quell’occasione, Travaglio fu condannato a pagare 95mila euro. La sentenza di oggi riguarda un suo commento durante la puntata di Otto e Mezzo su La7.

«Bisogna sopportare le ingiustizie, falsità, diffamazioni – ha scritto Matteo Renzi sul proprio profilo Facebook -perché prima o poi la verità arriva e il tempo è galantuomo. Ci sono dei giudici in Italia, bisogna saper aspettare». L’ex premier ora si aspetta che la notizia venga trattata e diffusa anche da giornali e telegiornali: «Ci hanno rovesciato un mare di fango addosso e nessun risarcimento ci ridarà quello che abbiamo sofferto ma la verità è più forte delle menzogne. Adesso sono solo curioso di vedere come i tg daranno la notizia».

Seconda condanna in un mese per Travaglio

Solo tre settimane fa Travaglio era stato condannato – insieme all’editore del Fatto Quotidiano e alla giornalista Gaia Scacciavillani – per diffamazione in seguito alla pubblicazione di più articoli, ritenuti diffamatori dai giudici, nei confronti di Tiziano Renzi. Era lo scorso 22 ottobre e ai tre è stata comminata una sanzione da 95mila euro da suddividersi.

La vicenda Consip e la genesi della battaglia contro Tiziano Renzi

La battaglia mediatica portata avanti da Marco Travaglio contro il padre dell’ex presidente del Consiglio ha origine attorno al caso Consip, con il direttore del Fatto Quotidiano che è stato uno dei più grandi accusatori di Tiziano Renzi. La posizione di quest’ultimi, su questa vicenda, è stata archiviata lo scorso 28 ottobre, mentre andranno a giudizio gli altri sette indagati, tra cui l’ex ministro dello sport e sottosegretario Luca Lotti.

(foto di copertina:  ANSA/ALESSANDRO DI MARCO e ANSA/MAURIZIO DEGL INNOCENTI)

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