La libertà di espressione secondo Luigi Di Maio: cacciato il capogruppo M5S al comune di Palermo

13/11/2018 di Enzo Boldi

Mentre Luigi Di Maio era intento nel preparare il testo per il suo video-comunicato sulla libertà di espressione e di stampa, a Palermo il Movimento 5 Stelle faceva le scarpe a Ugo Forello, capogruppo (a questo punto ex) pentastellato al comune di Palermo. La sua colpa? Aver criticato il leader politico del M5S per le sue accuse ai giornalisti nei minuti successivi al «fatto non costituisce reato» riferito a Virginia Raggi (che era imputata per falso) sulla nomina di Renato Marra a capo del dipartimento Turismo del comune di Roma.

La comunicazione della cacciata di Ugo Forello dal ruolo di capogruppo M5S nel comune di Palermo è arrivata direttamente dalla pagina Facebook del Movimento 5 Stelle palermitano che, però, spiega come il tutto facesse parte di un programma condiviso da tutti i rappresentanti nel consiglio comunale.

Ugo Forello parla di epurazione

Di diverso avviso è Ugo Forello, il diretto interessato di questo cambio al vertice M5S al comune di Palermo. Su Facebook spiega come il tutto sia avvenuto dopo una «riunione carbonara» e che, guarda caso, il tutto sia avvenuto all’indomani delle sue dichiarazioni critiche nei confronti della dura presa di posizione di Luigi Di Maio contro i giornalisti.

L’incoerenza di Luigi Di Maio sulla libertà di espressione

E mentre la sponda Cinque Stelle del comune di Palermo è alle prese con la resistenza di Ugo Forello, Luigi Di Maio si esibisce in un video su Facebook in cui spiega di non essere contrario alla «libertà di espressione». Poi, scendendo a poco più di 900 chilometri si scopre che il suo Movimento, quello che orgogliosamente rivendica, epura un suo capogruppo per aver espresso un pensiero contrario alle sue dichiarazioni. Ma la colpa, anche stavolta, sarà dei giornali e dei giornalisti che raccontano una verità non comoda.

(foto di copertina: Antonio Melita/Pacific Press via ZUMA Wire)

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