Chi sono i fascisti italiani che collaborano col regime di Assad in Siria

Rapporti diretti con il regime di Bashar al-Assad, ma anche con vari enti ecclesiastici operativi in Siria. Chi sono i neo-fascisti italiani che si sono recati e si recano recano regolarmente a Damasco per discutere di operazioni militari e altri tipi di aiuti?

Fascisti in Siria, i ruoli di Casapound e Forza Nuova

Lo spiegano Sara Lucaroni e Giovanni Tizian in un’inchiesta uscita sull’ultimo numero de L’Espresso:

“Ma voi che ci fate qui?” Silenzio. “Incontri diplomatici. Noi la Siria l’abbiamo vista tutta. Io ero qui anche nel 2013, mentre Obama decideva se bombardare o no Damasco. Siamo di casa”. 3 agosto 2018. Giovanni Feola si alza da tavola soddisfatto. La delegazione è composta da lui e un amico, e per quest’ultima gita hanno preso due stanze dalle suore francescane a Tabbaleh, al Santuario del Memoriale di San Paolo, a Damasco. Romano, 39 anni, candidato per Casapound alle comunali a Roma nel 2013 nel VII collegio, Feola è il rappresentante italiano di Esfs, il Fronte europeo di Solidarietà per la Siria, un movimento nato all’inizio del 2013, presente in 20 paesi, che unisce varie sigle nazionaliste. E’ lui il legame tra le “tartarughe” e il regime siriano, i neofascisti nostrani e Bashar al-Assad, ritenuto argine all’islamizzazione dell’Europa, alleato e protetto della Russia, già mito dell’internazionale populista e sovranista. Così il Fronte, e dunque Casapound, promuove con progetti di solidarietà quella che ritiene essere l’autodeterminazione di un paese: in Siria il presidente è legittimamente eletto e amato dal suo popolo, scudo della Cristianità contro l’Isis e il terrorismo, vittima di attacchi imperialisti e delle mire di Israele. Ed è proprio tra le macerie della guerra che prendono forma strane alleanze. Come quella tra i militanti neofascisti e pezzi di Chiesa pro Assad. La mini delegazione di Feola nel suo tour è in visita anche al’ospedale Italiano, nel quartiere Mazraa, gestito dalle suore salesiane. Promette aiuti e regala una fotocopiatrice a quelle di Tabbaleh. Pure qui, foto celebrativa. In prima fila c’è suor Yola Girges – francescana missionaria del Cuore Immacolata di Maria, guida dell’Unione delle religiose di Damasco e da poco trasferita ad Assisi – e il fratello, padre Raimondo Girgis, superiore del Memoriale e vicario generale a Damasco. Loro con i “neri” reggono la bandiera col simbolo di Solidarité Identité, una delle decine di onlus che gravitano attorno a Casapound.

(Foto credits: Ansa)

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