Virginia Raggi dopo l’assoluzione: «Ora che la Lega non può mettere le mani su Roma pensi al contratto di governo»

11/11/2018 di Redazione

Intervistata dal Fatto Quotidiano dopo la sentenza di assoluzione, la sindaca di Roma Virginia Raggi ha commentato le voci che la davano dimissionaria in caso di condanna e parlato del futuro della capitale d’Italia.

La Lega aveva provato a lanciare un’Opa su Roma – ha detto Raggi – ma ha fatto davvero male i conti. Speravano di arrivare prima della scadenza della mia giunta per raccogliere i frutti di quello che abbiamo seminato in questi due anni e mezzo. Il Carroccio ora dovrebbe pensare a rispettare il contratto di governo. Per esempio, noi vogliamo più soldi e poteri per Roma“.

In pratica, per Roma, la soluzione è semplice: “Noi abbiamo chiesto 180 milioni per rifare le strade della città. Si impegnassero ad approvare un emendamento apposito della manovra: me lo aspetto io e se lo aspettano tutti i romani. E non solo: Salvini si è impegnato a mandare 250 uomini delle forze dell’ordine. I cittadini non si accontentano delle promesse: ci aspettiamo questo piccolo ma importante aiuto“.

Sul futuro della capitale, Virginia Raggi ha continuato a puntare il dito contro le amministrazioni precedenti: “Noi abbiamo trovato enormi ostacoli. Mancavano totalmente un servizio giardini, e abbiamo dovuto indire due grandi gare, rimediando nel frattempo con gare ponte. E poi i rifiuti: le competenze tra i vari enti si sovrappongono“.

Una volta saputa della sentenza, la sindaca ha commentato su Facebook:

Assolta. Con questa parola il Tribunale di Roma, che ringrazio e rispetto per il lavoro svolto, ha messo fine a due anni in cui sono stata mediaticamente e politicamente colpita con una violenza inaudita e con una ferocia ingiustificata. Due anni durante i quali, però, non ho mai smesso di lavorare A TESTA ALTA per i miei cittadini. Li ringrazio per il sostegno e l’affetto che mi hanno dimostrato. Per i miei cittadini in questi due anni sono andata avanti. A testa alta. Ho fatto tutto con correttezza e trasparenza nell’interesse di Roma, perseguendo gli ideali di giustizia nei quali credo fermamente. In questo momento ho mille pensieri ed idee che vorrei condividere. Umanamente è stata una prova durissima ma non ho mai mollato. Credo in quel che faccio; credo nel lavoro, nell’impegno costante, nel progetto che nel 2016 mi ha portato alla guida della città che amo follemente. Un progetto che finalmente può andare avanti con maggiore determinazione. Vorrei liberarmi in un solo momento del fango che hanno prodotto per screditarmi, delle accuse ingiuriose, dei sorrisetti falsi che mi hanno rivolto, delle allusioni, delle volgarità, degli attacchi personali che hanno colpito anche la mia famiglia. Vorrei, soprattutto, che questo fosse un riscatto per tutti i romani, di qualsiasi appartenenza politica, perché il loro sindaco ce la sta mettendo tutta per far risorgere la nostra città. Non provo rancore nei confronti di nessuno. Mi auguro che quanto accaduto a me possa divenire una occasione per riflettere: il dibattito politico non deve trasformarsi in odio. Adesso vorrei che i cittadini, tutti, collaborassero alla rinascita di Roma. Rimbocchiamoci le maniche: da domani si torna al lavoro. Ancora più forti. ps Ringrazio i miei avvocati Pier Francesco Bruno, Emiliano Fasulo e Alessandro Mancori, i giudici e la procura per il lavoro svolto.

(Foto credits: Ansa)

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