Dalla difensiva all’attacco, Rocco Casalino risponde alle critiche: «Sono io quello discriminato»

10/11/2018 di Redazione

Rocco Casalino ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera per prendere le distanze dal video in cui pronuncia frasi discriminatorie nei confronti delle ragazze e dei ragazzi con la sindrome di down.

Frasi discriminatorie, l’intervista a Rocco Casalino

Alla domanda su un possibile senso di imbarazzo per Palazzo Chigi, Casalino è netto: “Credo di svolgere il mio ruolo con la massima competenza e professionalità. L’unico modo vergognoso che hanno per attaccarmi è con degli audio rubati o con un video di 15 anni fa in cui recito chiaramente un personaggio“.

In un secondo momento il portavoce del premier Conte ha anche ricostruito del video incriminato, che risale a circa quindici anni fa: “All’epoca stavo frequentando quella scuola di recitazione. E Fedocci ha chiaramente detto di avermi esplicitamente chiesto di provocare gli studenti recitando un personaggio, perché si trattava di una simulazione. Cioè una finta, una recita. E anche una ragazza di quel corso ha confermato la versione di Fedocci. In un reality sono stato sotto le telecamere per 92 giorni h24 e ne sono uscito fuori come un ragazzo per bene e intelligente. Ho fatto migliaia di interviste sempre equilibrate. Come è possibile che improvvisamente impazzisco e dico cose vergognose? E con quale scopo? La unica spiegazione sensata per chiunque sia intellettualmente onesto è che era appunto una recita“.

Rocco Casalino: «Io discriminato da piccolo perché italiano in Germania»

Infine Rocco Casalino ha rivelato di sapere come ci si sente a essere discriminati: “Sono omosessuale e ho vissuto da emigrante in Germania negli anni 70 e 80 quando essere italiano implicava essere insultati a giorni alterni come spaghettifresser. Fressen significa mangiare ma si usa solo per gli animali. Ho vissuto sulla mia pelle da sempre già da bambino la discriminazione e il bullismo. Pensare che possa essere omofobo, razzista, xenofobo, classista o intollerante verso una qualsiasi categoria è semplicemente un’assurdità perché parla la mia storia personale. Ripeto era una recita. I campi di concentramento sono stati un abominio”.

(Foto credits: Ansa)

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