Violeta Senchiu uccisa dal compagno italiano, ma la politica se ne dimentica

Si tratta di un crimine davvero efferato. Una donna di 32 anni, Violeta Senchiu – originaria della Romania ma residente a Sala Consilina, in provincia di Salerno, da diversi anni – è stata barbaramente ucciso dal compagno di 48 anni, cittadino dello stesso centro del Vallo di Diano. L’uomo è stato accusato di omicidio pluri-aggravato per futili motivi, crudeltà e premeditazione nonché di incendio doloso. Violeta è rimasta agonizzante in casa, con ustioni su tutto il corpo, mentre il compagno cercava di dar fuoco all’appartamento dopo averlo cosparso di benzina. La sua vita si è conclusa tra le sofferenze all’ospedale Cardarelli di Napoli.

Violeta Senchiu, un femminicidio di serie B

Una vicenda davvero terribile. Ma, per molti, si è trattato di un femminicidio di serie B. La vittima non ha avuto nemmeno la dignità della denuncia: l’episodio è stato derubricato alle pagine della cronaca locale. Nessun politico, men che meno il ministro dell’Interno Matteo Salvini sempre pronto a twittare o postare su Facebook messaggi d’odio nei confronti dei criminali stranieri, ha avuto una parola di conforto per chi a Violeta voleva bene.

La denuncia è arrivata dalla Consulta delle donne amministratrici del Vallo di Diano e Tanagro.

Nessuna attenzione sul caso di Violeta Senchiu perché l’omicidio è stato commesso da un italiano?

Nella lettera, le amministratrici hanno chiesto scusa simbolicamente alla donna morta, sostenendo di essere state indifferenti alle grida di dolore lanciate dalla vittima dell’ennesimo femminicidio commesso in Italia. Questa volta passato sotto silenzio perché a compiere il brutale gesto – dobbiamo dirlo senza ipocrisie – è stato un italiano.

L’omicidio è stato commesso, con ogni probabilità, perché l’uomo non avrebbe accettato la fine della relazione, comunicata dalla stessa Violeta al compagno. La scelta delle modalità con cui l’omicidio è stato portato a termine è indice di un comportamento di una violenza inaudita, che non ha avuto nessuna cassa di risonanza sui media nazionali. Inevitabile che il pensiero vada a Desirée Mariottini e al caso mediatico sollevato dalla sua vicenda.

Non possiamo essere vittime di questo sitema mediatico che porta a «scegliere» le donne uccise da portare all’attenzione dell’opinione pubblica: tutte hanno il sacrosanto diritto di essere ricordate, tutte hanno il dovere di ottenere giustizia. Tutte hanno bisogno che la loro vicenda non passi in secondo piano.

[FOTO da account Twitter di Angela Caponnetto]

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