Beppe Grillo e il vizietto dei condoni

08/11/2018 di Enzo Boldi

Beppe Grillo predica bene e razzola male. Il Giornale spiega come il comico genovese abbia più volte usufruito dei condoni in più occasioni, sia dal punto di vista fiscale che da quello edilizio. La sua Gestimar Srl, di cui deteneva il 99% delle quote di maggioranza, ha utilizzato in diverse occasioni questi provvedimenti fatti nel corso degli anni da parte dei governi precedenti per sanare i bilanci aziendali e per la terrazza della sua residenza a Genova.

Beppe Grillo, racconta Il Giornale, aizzava le folle nel 2012 spiegando che «il cittadino deve sentirsi rispettato come contribuente, non preso per il culo da una serie infinita di condoni e dallo Scudo Fiscale». Poi, quando al governo c’era il Partito Democratico e il premier era Enrico Letta tuonava: «I politici sono ectoplasmi che rinnovano la loro esistenza grazie a palliativi, l’ultimo è il condono per le abitazioni abusive» . Rimostranze legittime, ma che celavano il suo vero amore per queste sanatorie fiscale ed edilizie.

Beppe Grillo e il vizietto dei condoni

Nel corso degli ultimi decenni, infatti, mentre incantava le piazze con i suoi Vaffa-day, il comico genovese ha utilizzato i condoni in tre diverse occasioni. I primi due sono relativi alla sua azienda, la Gestimar Srl di cui deteneva il 99% delle quote di maggioranza e data in gestione al fratello Andrea. La società immobiliare, aveva sede a Genova e con appartamenti in Liguria e in Sardegna, nel 2002 e 2003 ha usufruito del condono edilizio voluto da Silvio Berlusconi. Sì, proprio lui. Il Giornale riporta il testo comparso sui bilanci aziendali di quei due anni: «In considerazione della possibilità concessa dalla legge finanziaria 2003 di definire la propria posizione fiscale con riferimento ai periodi di imposta dal 1997 al 2001, fermo restando il convincimento circa la correttezza e la liceità dell’operato sinora eseguito, si è ritenuto opportuno di avvalersi della fattispecie definitoria di cui all’articolo 9 della predetta legge». Il famoso condono tombale del «Nano di Arcore» e di «Tremorti».

Il condono per la sua villa di Sant’Ilario

L’altro condono, questa volta edilizio, era stato denunciato da Filippo Facci – sempre su Il Giornale – qualche anno fa.  «È il periodo in cui andò a vivere a Sant’Ilario, la Hollywood di Genova: una bellissima villa rosa salmone, affacciata sul Monte di Portofino, con ulivi e palme e i citati frutti e ortaggi di plastica. Non fece scavare una piscina, ma due: cosa che piacque poco ai vicini e soprattutto al dirimpettaio Adriano Sansa, già poco entusiasta del terrazzo di 100 metri quadri che Grillo fece interamente ricoprire inciampando in un clamoroso abuso edilizio cui pose rimedio con uno di quei condoni contro cui è solito scagliarsi».

(foto di copertina: ANSA/MASSIMO PERCOSSI)

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