Le ossa trovate nella Nunziatura Vaticana sarebbero di una persona di 30 anni

06/11/2018 di Enzo Boldi

Le ossa rinvenute a Villa Giorgina, sede della Nunziatura Vaticana a Roma, sarebbero riconducibili al profilo di una donna tra i 25 e i 35 anni. Questo è quello che emerge dai risultati del primo esame eseguito sui frammenti ritrovati la scorsa settimana sul pavimento della struttura del quartiere Pinciano. Questo dato smentirebbe l’ipotesi, rilanciata non appena si è avuta notizia di questo ritrovamento, che si potesse trattare dei resti di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, le due 15enni scomparse nella capitale nel 1983 e di cui non si sono avute più tracce.

«Dobbiamo aspettare l’esito delle analisi di laboratorio – spiega all’Agi Giovanni Arcudi, direttore di Medicina Legale all’Università di Tor Vergata, nominato consulente dal Vaticano nell’ambito dell’indagine della procura di Roma  – ma la mia impressione sulla base di un primo esame e’ che si tratti di una persona di età relativamente avanzata, non giovanissima, diciamo trentenne». In attesa di conferme, sembrerebbe decadere la pista che faceva sperare le famiglie di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, che dopo 35 anni ancora non sanno se le loro figlie sono vive o morte.

Le ossa in Nunziatura appartengono a una persona adulta

«Io per la verità – confida Arcudi all’Agi – non ho mai avuto la sensazione che si trattasse di Emanuela Orlandi». Lo stesso specialista spiega che per capire se si tratta di ossa di uomo o di donna serviranno altri esami e, per arrivare a questa scrematura, è comunque necessario provvedere a un esame del dna: «Onestamente da una prima analisi non posso dire che siano ossa di una donna, non possiamo stabilire con certezza il sesso senza l’esame del Dna».

Ritrovati altri frammenti nella Nunziatura Vaticana

Questa mattina sono stati rinvenuti anche altri frammenti ossei che potrebbero aiutare a ricomporre il puzzle attorno a questa vicenda, anche se sembra difficile arrivare a una soluzione in breve tempo: «È stato ritrovato un pezzo di mandibola – spiega Arcudi -, che ci aiuta a completare la ricostruzione della mandibola stessa, ma ai fini dell’attribuzione di queste ossa non cambia niente».

(foto di copertina: ANSA/FABIO FRUSTACI)

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