Virginia Raggi esulta per la riparazione di un irrigatore bluetooth a Roma

05/11/2018 di Redazione

Tanto tuonò che piovve. In questi giorni, quando a Roma manca tutto fuorché l’acqua, Virginia Raggi ha trovato il modo di attirare su di sé una marea (o una pioggia?) di critiche per un post su Facebook in cui esulta per aver ripristinato l’impianto di irrigazione nell’aiuola centrale di Via Cristoforo Colombo.

Irrigatore bluetooth, l’esultanza della Raggi

«Su via Cristoforo Colombo abbiamo ripristinato l’impianto di irrigazione dello spartitraffico centrale – ha scritto Virginia Raggi -. Un intervento realizzato utilizzando la tecnologia bluetooth che consente di dare comandi e verificare lo stato del sistema da remoto. Attraverso la App MySOLEM, che i tecnici utilizzeranno anche da smartphone, tablet o computer, si potrà comandare l’impianto e tenere sotto controllo tutti gli aspetti del funzionamento, comprese eventuali anomalie come perdite e guasti».

L’operazione, complessivamente, è costata 35mila euro e i lavori per rimettere in funzione l’impianto di irrigazione sono iniziati a giugno. Ora, l’obiettivo di Virginia Raggi è quello di preparare il terreno per «la piantumazione di essenze fiorite e cespugliose». Magari ‘petalose’, citando l’utilizzo del neologismo in politica sdoganato da Beatrice Lorenzin.

Virginia Raggi usa Facebook per descrivere una riparazione da 35mila euro

I commenti dei cittadini di Roma nei confronti della sindaca del Movimento 5 Stelle sono letteralmente avvelenati. Con la Capitale in piena emergenza idrogeologica – con annessa caduta di alberi e danni al verde pubblico -, il primo cittadino si occupa di ripristinare gli impianti di irrigazione. «Il sistema di irrigazione in questo periodo è certamente una priorità per la città di Roma» – scrive un utente. «Dovete pensare alla potatura, che a crescere ci pensano da soli. In un clima monsonico il problema è l’irrigazione bluetooth di spartitraffico vecchi, pericolosi e indegni della peggior statale» – risponde un altro.

L’esultanza di Virginia Raggi per un provvedimento minore (e che dovrebbe essere all’ordine del giorno in una metropoli come Roma) rispetto alle priorità della città sembra davvero essere fuori luogo. Specialmente in un momento così difficile politicamente per lei, con il processo in cui verrà giudicata per l’ipotesi di reato di falso in atto pubblico il prossimo 9 novembre che potrebbe segnarne il destino politico. Ma è proprio il caso di dirlo: se son rose, fioriranno (magari con l’irrigazione bluetooth).

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