Parla la signora che ha inveito contro il razzista di Napoli: «Non sono riuscita a stare zitta»

La signora che ha risposto a tono al razzista di Napoli che inveiva contro alcuni pakistani sulla Circumvesuviana ha parlato al Tg3 del momento in cui ha deciso di rompere il silenzio.

Napoli, parla signora contro razzista

Il suo nome è Maria Rosaria Coppola, ha 63 anni ed è sarta nella sede Rai di Napoli. La donna non ha avuto nessun dubbio: “Non sono riuscita a tacere, ho pensato che se il mio Paese sta diventando così io non voglio più viverci. Capisco che in quella situazione sia molto difficile intervenire, perché lì non sai con chi hai a che fare. Probabilmente quello con cui discuti è armato, probabilmente è uno con cui non si può ragionare. Mi sono resa conto solo dopo che forse l’ho provocato, perché lui voleva avere l’ultima parola. Certo, mi avrebbe fatto piacere che qualcuno fosse intervenuto“.

Napoli, ricostruzione episodio razzista Circumvesuviana

Di seguito la ricostruzione di quanto successo sabato 3 novembre:

Sul treno della Circumvesuviana di Napoli un ragazzo offende dei pakistani (tra l’altro molto pacifici) e a un certo punto una signora non ce la fa più e reagisce dicendogli anche “preferisco che l’Italia diventi loro piuttosto che dei personaggi come te, fascista e razzista”. Non c’è il resto del filmato, ma la signora, davvero coraggiosa, al crescendo di aggressività del tipo in questione, che la minaccia di essere in procinto di sferrargli un pugno, gli dice: “come ti vedo alzare le mani ti scasso l’ombrellone in testa”. Il ragazzo si alza e se ne va imprecando malamente ma si ferma davanti alla porta di uscita, come in attesa. Quando la signora, tre fermate dopo, fa per alzarsi, per niente intimorita e con un sorriso sereno – nient’affatto beffardo – non si fa nessun problema a prendere l’uscita verso la porta dove sta sostando il tipo. A questo punto un altro ragazzo, un manovale stanco di fatica e sporco di calce, chiaramente uno straniero dell’est europa, si alza e la segue alla porta. Quando il treno si ferma, la signora scende, il tipo che inveiva e che l’aveva guardata con rabbia all’approssimarsi della fermata rimane sull’uscio e l’ucraino (?), una volta chiusasi la porta, torna a sedersi. Aveva seguito la signora per assicurarsi che non fosse aggredita vigliaccamente mentre scendeva.
In questa storia accaduta oggi pomeriggio mentre si torna da un lavoro comodo, in un ufficio climatizzato, assicurato, a tempo indeterminato, stipendiato, a pochi minuti da casa, ci sono personaggi buoni e cattivi.
I buoni, in ordine di comparizione, sono i pakistani, la signora e il ragazzo ucraino.
I cattivi sono il tipo, tutti gli astanti che non sono intervenuti e chi, invece di scortare la signora, si è messo a filmare.
Ma buoni e cattivi sono categorie astratte buone per le favole, i cliché e i parapiglia dialettici inconcludenti. La realtà vera in questo video è la maggioranza silenziosa che caratterizza lo spirito di una società e di un periodo storico, cioè tutti i presenti, indifferenti e silenti.

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