Rapinava supermercati a Milano al grido: «Sono la figlia di Vallanzasca»

02/11/2018 di Enzo Boldi

Era il terrore dei supermercati di Milano perché portava con se un nome che metteva i brividi: quello di Renato Vallanzasca. E sfruttando il timore reverenziale nei confronti di un personaggio che ha fatto la storia della criminalità italiana, una donna di 43 anni aveva portato a termine diverse rapine nella zona Ovest del capoluogo lombardo. Ma per lei il canto del cigno è arrivato nella giornata di ieri, quando è stata arrestata dalla polizia al termine dell’ennesima rapina.

«Sono la figlia di Vallanzasca», gridava la donna con tono minaccioso nei confronti dei commessi e dei titolari di diversi negozi e supermercati della zona Ovest di Milano. Un copione utilizzato in diverse occasioni, anche ieri sera quando, brandendo il vetro di una bottiglia di birra rotta, è entrata nel Carrefour di Via Forze Armate facendosi consegnare panettoni e alcol per un valore di poco più di 40 euro.

Le rapine dal cognome importante: «Sono la figlia di Vallanzasca»

La donna, aveva appena minacciato l’addetto alla sicurezza con una bottiglia di Tennent’s, quando l’arrivo della polizia – intervenuta dopo l’allarme lanciato dal personale del supermarket – l’ha messa in fuga. Un tentativo maldestro dato che, mentre si allontanava frettolosamente dal luogo della rapina, ha lasciato cadere a terra un coltello che aveva con sé e che – secondo gli inquirenti – aveva utilizzato durante i precedenti atti criminali.

La donna è stata arrestata per rapina aggravata e resistenza a pubblico ufficiale

Secondo quanto riferito dalle forze dell’ordine, la finta figlia di Renato Vallanzasca era parecchio alterata e per gli agenti immobilizzarla non è stato facile: l’arresto è scattato per rapina aggravata, ma le sono stati contestati a piede libero anche i reati di resistenza e minacce a pubblico ufficiale e ubriachezza molesta. Considerando il curriculum ci si aspettava anche l’accusa di millantato credito. Ma quello, forse, sarebbe stato un po’ troppo.

(foto di copertina: ANSA/OLDPIX)

Share this article