Baobab, l’emergenza migranti e le affermazioni di Borgonovo a La7

29/10/2018 di Redazione

Baobab potrebbe valutare una azione legale nei confronti del giornalista de La Verità, Francesco Borgonovo, che durante la puntata di venerdì di Otto e mezzo ha parlato del punto di accooglienza per migranti situato alle spalle della stazione Tiburtina a Roma. «Questi signori (i fermati per la morte di Desirée – avevano il permesso umanitario», aggiunge Borgonovo. «Il permesso umanitario è una terza forma di protezione che abbiamo solo in Italia e che permette a queste persone di restare qui un sacco di tempo», aggiunge il giornalista. Borgonovo si augura che l’azione di Salvini, specialmente sul nodo espulsioni, dopo il decreto sicurezza, porti dei risultati. «Certo -aggiunge – se abbiamo la polizia sotto organico, se abbiamo centri sociali e altre zone come il Baobab che danno appoggio e supporto ai clandestini che girano per le strade è un po’ difficile».

Davanti a queste dichiarazioni Giannini , presente in studio, ferma Borgonovo. «Non puoi dire che ci sono centri sociali che aiutano gli stupratori». Borgono attacca: «Non ho detto questo. Ho detto che ci sono luoghi, come Baobab, dove una signora slovacca ha denunciato uno stupro da uno tunisino illegale. Ci sono dei posti dove la gente va, senza controlli. Ci sono forze politiche che questa situazione l’hanno creata».
Dichiarazioni pesanti, che non sono passate inosservate e che si riferiscono al caso apparso sui giornali venerdì 12 ottobre. Vicenda che Baobab ha già commentato, ampiamente, esprimendo la sua solidarietà verso la vittima.

Sulla stampa sta già girando la dicitura di una “tendopoli gestita da Baobab Experience”. Non gestiamo niente, non siamo manager o professionisti pagati dell’accoglienza. Siamo un gruppo di volontarie e volontari che cerca di dare supporto a migranti, in transito e non, a cui possiamo offrire strumenti che consentano di migliorare la loro situazione.
Negli ultimi mesi, come abbiamo già denunciato pubblicamente (https://baobabexperience.org/2018/05/10/lasciati-soli/) siamo stati lasciati soli, anche di fronte all’arrivo di tantissime persone fuoriuscite dal circuito dell’accoglienza freddo del Comune di Roma. Italiani e stranieri, giovani e anziani, malati o con disabilità. Un esercito di persone ai margini dell’esistenza che si è riversato nella zona est della stazione Tiburtina, dove lo sguardo del Campidoglio finge di non arrivare.
Tra queste persone ce ne sono alcune che non richiedono il nostro supporto e alle quali noi non possiamo offrire nulla.
Ribadiamo ancora una volta che solo una vera accoglienza, pianificata e strutturata, può aiutare ad impedire atti terribili come questo

Share this article