Secondo Bloomberg, la manovra italiana «non è così folle come sembra»

26/10/2018 di Redazione

Sulla manovra economica italiana c’è qualcuno che – a sorpresa – sta cambiando idea. A guardare il progetto del bilancio firmato dal ministro dell’Economia Giovanni Tria e fortemente voluto da Lega e Movimento 5 Stelle è Bloomberg che, dopo un periodo di diffidenza nei confronti delle misure macroeconomiche messe in campo dall’Italia, sembra difendere il progetto del nuovo governo.

Bloomberg cambia idea sulla manovra economica

«I leader europei – si legge in un articolo di oggi –  hanno criticato duramente l’Italia per i suoi piani di aumentare le spese con l’obiettivo di stimolare la crescita e aiutare i poveri. Quello che non riescono a riconoscere è che un piccolo stimolo potrebbe essere proprio quello di cui l’economia italiana ha bisogno».

Un deciso cambio di passo dopo che, soltanto qualche giorno fa, in pieno dibattito sul Def, lo stesso network economico più importante al mondo aveva definito la manovra italiana «à la Houdini», per la fumosità delle coperture. Il riferimento al grande escapologo, insomma, aveva ben reso l’idea circa l’opinione del gruppo in merito alle politiche economiche italiane.

Oggi, invece, l’analisi viene fatta sul piano opposto. Inserita all’interno di un contesto internazionale dove un rallentamento dell’economia cinese ha avuto ripercussioni su tutto il resto del pianeta, la manovra italiana – citiamo alla lettera il titolo dell’articolo – «non è così folle come può sembrare».

L’Italia abbassi i toni e l’UE sia più flessibile

Tutto ciò, a patto che i toni con l’Unione Europea – che fino a questo momento non hanno fatto altro che creare danni sull’aumento dello spread, ad esempio – si abbassino da entrambe le parti. Così, ad esempio, l’Unione Europea dovrebbe essere più flessibile sul rapporto deficit/Pil che la manovra fissa al 2,4%, mentre l’Italia dovrebbe rivedere le sue previsioni di crescita che, secondo Bloomberg, sono troppo ottimistiche.

Poi si spiega: «Le dure dichiarazioni dei funzionari della commissione europea sull’Italia hanno anche spinto verso l’alto i costi del prestito. Alcuni potrebbero vederlo come un’utile fonte di pressione per mantenere in riga l’Italia, ma si sta giocando con il fuoco in una polveriera».

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