L’esercito dei politici col trolley: per lo sciopero slitta anche il decreto Genova

Alla Camera c’è il decreto Genova, al Senato c’è quello sulla sicurezza voluto da Matteo Salvini. Per entrambi il percorso parlamentare non è particolarmente liscio: per la ricostruzione del ponte Morandi e la gestione dell’emergenza all’indomani del tragico incidente del 14 agosto c’è un problema di coperture, per il decreto sicurezza ci sono una serie di emendamenti presentati dal «fuoco amico» (una fronda interna al Movimento 5 Stelle) e dalle opposizioni che rischiano di prolungare i tempi del dibattito.

L’esercito del trolley nel guardaroba delle camere

E allora che si fa? Si continua a impelagarsi in discussioni e votazioni che faranno inevitabilmente fare le ore piccole, oppure si decide di alzarsi e andarsene, magari con una valigia già pronta, interrompendo la settimana di lavoro già al giovedì? I trolley sono tutti in fila nel guardaroba delle due camere, pronti per essere fotografati dai parlamentari (pochi) che, invece, resteranno a Roma. Del resto, venerdì 26 ottobre c’è lo sciopero e si corre il rischio di restare prigionieri della Capitale. E di saltare il sabato di pausa (a meno che non si voglia prendere il treno proprio il sabato mattina).

Se si considera, poi, che in questa settimana la solennità di Ognissanti e il conseguente ponte interromperanno al mezzo i cinque giorni lavorativi canonici, ecco che la teoria del parlamentare vacanziero è servita. Resta una teoria e una leggenda e non vale per tutti, sia chiaro. Ma le foto con i trolley pronti per la partenza non fanno altro che alimentarla.

Decreto Genova e Decreto sicurezza rinviati

Il problema è che questi ragionamenti da calendario si fanno sempre alle spalle di chi non se lo merita. Passi pure la discussione sul decreto sicurezza che – a dispetto della definizione stessa di decreto legge che prevede questi due prerequisiti – non ha ragioni né di necessità, né di urgenza; ma rimandare la discussione sul decreto Genova perché si vuole prendere il treno o l’aereo in anticipo sullo sciopero dei mezzi ci pone davvero davanti a una questione morale.

Non ci sono le coperture e, pertanto, non può essere approvato entro la fine della settimana? Ci si ferma, si studia, si cerca di risolvere la situazione. Non si va via con la scusa che «un giorno in più, un giorno in meno non fa differenza». Genova non se lo merita. Il ponte Morandi e la vita delle persone che soffrono a causa sua valgono molto di più di un finesettimana in famiglia. O chissà dove.

[FOTO dall’account Twitter della parlamentare del PD Alessia Morani]

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