Di Maio, il M5S e il rapporto complicato con Giorgetti: «Lui non rappresenta il governo»

17/10/2018 di Redazione

L’alleanza di governo tra Movimento 5 Stelle e Lega sarà anche solida, grazie all’intesa Di Maio-Salvini. Ma non è certamente rose e fiori il rapporto dei due leader di partito con altri esponenti di primo piano. «Pensi a fare il presidente della Camera», ha dichiarato ieri il leader del Carroccio rispondendo a Roberto Fico, che era intervenuto sulla vicenda di Lodi criticando le scelte del Comune. Il quotidiano La Stampa racconta oggi (articolo di Ilario Lombardo) del giudizio negativo del capo M5S su Giancarlo Giorgetti, numero due della Lega protagonista per conto di Matteo Salvini del confronto su decreto fiscale e disegno di legge di bilancio.

Di Maio e M5S, rapporto complicato con Giorgetti: «Non rappresenta il governo»

I pentastellati più vicini a Luigi Di Maio – secondo La stampa – ripeterebbero in questi giorni parlando di Giorgetti una battuta che proprio il sottosegretario, prima della nascita del governo Conte, a maggio, aveva pronunciato riferendosi al capo del Movimento. «È lui che adesso non conta più un c…», dicono dal Movimento. Si tratta di un messaggio che i 5S avrebbero recapitato perfino al Quirinale, con la richiesta di cambiare interlocutore. «Giorgetti non rappresenta la linea ufficiale del governo», avrebbero fatto sapere i pentastellati. Quello tra ministro di Lavoro e Sviluppo Economico e vicesegretario della Lega sarebbe un conflitto sotterraneo.

«Sabotatore»

Giorgetti, apprezzato esperto di economia, è colui che si oppone (e si è opposto chiaramente anche in queste settimane) a molte richieste del Movimento sulla manovra. Di Maio, ad esempio avrebbe voluto inserire il taglio delle pensioni d’oro nel decreto fiscale. Il sottosegretario si è opposto asserendo che il Colle non avrebbe accettato l’introduzione di quel tipo di misura attraverso la decretazione d’urgenza. Ma Giorgetti e M5S si sono trovati da parti diverse della barricata anche sulla nazionalizzazione di Autostrade, proposta dai pentastellati dopo la tragedia del ponte Morandi a Genova, e sulla candidatura per le Olimpiadi invernali. Sul gasdotto Tap poi, il leghista non avrebbe certamente apprezzato uno stop e si è trovato dalla stessa parte del premier Giuseppe Conte. Finora, insomma, ha sempre avuto la meglio lui. Tanto che qualcuno dalla parte di Di Maio – racconta ancora La Stampa – lo chiama perfino «sabotatore».

(Foto di copertina da archivio Ansa: il ministro del Lavoro dello Sviluppo economico e vicepremier Luigi Di Maio con il sottosegretario alla presidenza del consiglio Giancarlo Giorgetti in aula alla Camera durante la votazione degli emendamenti del Decreto dignità, 31 luglio 2018. Credit immagine: ANSA / ANGELO CARCONI)

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