C’è un problema di numeri sulla Flat Tax

Abbiamo un dejà-vu che riguarda il Def e, di conseguenza, la manovra. Qualche giorno fa, Matteo Salvini e Luigi Di Maio hanno litigato sulla cifra destinata al reddito di cittadinanza (il vicepremier leghista aveva affermato che sarebbero stati previsti 8 miliardi, contro i 10 rivendicati dal leader del Movimento 5 Stelle), oggi – nel giorno della seconda audizione del ministro dell’Economia Giovanni Tria – il governo si divide sui numeri della Flat Tax.

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Flat Tax, come cambiano le cifre tra la versione di Tria e quella di Salvini

Mentre il ministro Tria, infatti, ha parlato di 600 milioni di euro per la misura che, nel 2019, riguarderà soltanto le partite IVA, Matteo Salvini rilancia parlando di una cifra superiore al doppio. Non 600 milioni, ma 1,7 miliardi. Difficile che, se le cose dovessero andare avanti così, i conti potranno tornare. E questa confusione – con un ministro dell’Interno che smentisce la relazione del collega all’Economia – non fa altro che mandare in tilt i mercati, con logiche conseguenze su spread e crescita attesa.

Secondo la relazione del ministro Tria, i fondi destinati alla Flat Tax saranno 600 milioni nel 2019, per poi salire a 1,8 miliardi nel 2020 e a 2,3 miliardi nel 2021, per un totale di 4,7 miliardi complessivi in tre anni. Quasi per difendersi, tuttavia, a margine di un incontro per celebrare l’anniversario delle teste di cuoio (il reparto speciale dei Nocs), il ministro dell’Interno ha tenuto a precisare: «I fondi per la Flat Tax sono di più: un miliardo e 700 milioni. Comunque lunedì arriva il decreto fiscale, i numeri saranno scritti e non mentono».

L’attacco a Tria passa anche dalla Flat Tax

Giovanni Tria, che ha illustrato la sua relazione in commissione, era già stato smentito (e attaccato – si ricordino gli audio registrati da Rocco Casalino) dal Movimento 5 Stelle: ora deve fronteggiare anche l’offensiva della Lega. Mai come in questo momento, dunque, il ministro dell’Economia è sotto attacco delle stesse forze di governo che lo hanno indicato come titolare del dicastero. Una posizione ancor più scomoda di quella assunta nei giorni scorsi.

FOTO: ANSA/GIUSEPPE LAMI

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