La proposta di legge M5S per eliminare il voto di laurea nei concorsi

01/10/2018 di Redazione

Nel contratto di programma che M5S e Lega hanno sottoscritto a maggio pochi giorni prima della nascita del governo Conte non sono stati trattati. Ma l’abolizione del valore legale della laurea o l’eliminazione del voto di laura nei concorsi pubblici sono temi cari ai due partiti di maggioranza. Lo ricorda oggi il quotidiano Il Messaggero (articolo di Barbara Acquaviti) evidenziando la presentazione alla Camera, da parte di una deputata del Movimento 5 Stelle, di una proposta di legge proprio per cancellare il voto come requisito nei bandi.

Eliminare il voto di laurea nei concorsi pubblici, proposta del M5S

Il testo (atto numero 1031) è stato depositato negli uffici di Montecitorio il 31 luglio dalla parlamentare Maria Pallini e prevede – così si legge nel titolo – il «divieto di inserire il requisito del voto di laurea nei bandi dei concorsi pubblici». Non si tratta di una novità per il M5S visto che nella scorsa legislatura il deputato Carlo Sibilia, oggi sottosegretario all’Interno, aveva presentato una proposta con lo stesso titolo. «Oggi il Paese e soprattutto i giovani – si leggeva nel disegno di legge, come riporta Il Messaggero – necessitano di una riforma che garantisca la possibilità di accedere ai pochissimi e sempre più rari concorsi pubblici senza alcuna discriminazione di sorta». E ancora: «In un momento storico così cruciale per l’occupazione, specialmente giovanile, si ritiene indispensabile concedere a tutti i cittadini aventi diritto per legge di partecipare ai concorsi pubblici senza inserire nei bandi di concorso la limitazione del voto di laurea che oggi, in alcuni di essi, risulta determinante ai fini della partecipazione ma non necessariamente garantisce un’effettiva preparazione e conoscenza». Quella dell’abolizione del valore legale della laurea è invece una battaglia storica della Lega, dai tempi in cui era leader Umberto Bossi. Un’idea poi condivisa anche da Beppe Grillo.

Aggiornamento:

La deputata Pallini precisa: l’abolizione del titolo legale della laurea non c’entra

In una mail inviata a Giornalettismo la deputata Pallini precisa che nella sua proposta di legge non è contemplata l’abolizione del valore legale del titolo di studio. Questo il messaggio alla redazione:

In merito all’articolo pubblicato sulla vostra testata in data 1.10.18, intitolato “La proposta di legge del M5S per eliminare il voto di laurea nei concorsi”, intendo precisare che la proposta di legge di cui sono firmataria ha come obiettivo consentire a tutti i laureati, indipendentemente dal voto di laurea, la possibilità di accedere ai concorsi pubblici. È quindi strumentale fare riferimento a un presunto orientamento del Movimento 5 Stelle a favore dell’abolizione del valore legale del titolo di studio che non è per nulla contemplata nella proposta. Si precisa, inoltre, che nella posizione del Movimento non esiste alcuna intenzione di vanificare la meritocrazia non riconoscendo il valore di un titolo di studio il cui conseguimento richiede molti sacrifici. Per questo motivo, non si esclude e anzi si incoraggia la possibilità di introdurre in ciascun bando concorsuale l’attribuzione di un punteggio a seconda del voto ottenuto che concorra a definire la graduatoria di merito dei concorsi. Maria Pallini

Noi di Giornalettismo, ringraziando la parlamentare per il suo messaggio, precisiamo che non era nostra intenzione fare confusione tra la sua proposta e quelle di altri partiti. Nell’articolo veniva perciò precisato che «l’abolizione del valore legale della laurea è invece una battaglia storica della Lega».

(Ultimo aggiornamento alle 12.20 del 3 ottobre 2018. Foto di copertina da archivio Ansa: il ‘concorsone’ per funzionari architetti indetto dal Mibact presso la Nuova Fiera di Roma, luglio 2016. Credit immagine: ANSA / ALESSANDRO DI MEO)

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