Crollo ponte Morandi, anche la commissione voluta da Toninelli dà la colpa ad Autostrade

25/09/2018 di Enzo Boldi

Dopo oltre 40 giorni dal crollo del ponte Morandi di Genova, è arrivata la valutazione dei tecnici della Commissione ispettiva voluta dal ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. Oltre cento pagine che hanno ripercorso la storia del viadotto Polcevera, fino a quel tragico 14 agosto. I presunti colpevoli, come si legge nella relazione pubblicata sul sito ufficiale del Mit, sono i responsabili di Autostrade per l’Italia che erano a conoscenza dello stato di degrado della struttura.

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Uno stralcio della relazione della commissione ispettiva del Mit recita: «Aspi, pur a conoscenza di un accentuato degrado del viadotto e in particolare delle parti orizzontali di esso che palesavano deficit strutturali, come rilevato nel corpo della relazione, non ha ritenuto di provvedere, come avrebbe dovuto, al loro immediato ripristino e per di più non ha adottato alcuna misura precauzionale a tutela dell’utenza, non attuando in sostanza il principio di coerenza nella messa in sicurezza di tratti omogenei di opere d’arte auspicate dal Consiglio superiore nel già citato voto relativo alla messa in sicurezza di viadotti autostradali».

Commissione Mit, Aspi ha minimizzato i rischi

Une minimizzazione del rischio nonostante le segnalazioni ricevute nel corso degli anni e dalle relazioni sullo stato della struttura che mostrava segni di grave degrado soprattutto sul nono pilone, che ha ceduto lo scorso 14 agosto. Aspi, secondo i tecnici della commissione ispettiva, quindi era a conoscenza di ciò che poteva accadere. L’annuncio della pubblicazione della relazione sul crollo del ponte Morandi è stata annunciata dal ministro Toninelli su Twitter.

 

Commissione Mit, non c’è mai stata una valutazione di sicurezza

«La valutazione sulla sicurezza del Ponte Morandi – si legge ancora nella relazione della commissione ispettiva – non esiste, non essendo stata eseguita la valutazione di sicurezza del viadotto Polcevera. Abbiamo appreso che, contrariamente a quanto affermato nella comunicazione del 23 giugno 2017 della Società alla struttura di vigilanza, tale documento non esiste»

(foto di copertina: Lena Klimkeit/dpa)

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