Primo trapianto di faccia in Italia: c’è il rischio di rigetto per la paziente

24/09/2018 di Redazione

Nelle ultime ore, era stata presentata come una grande novità per la comunità scientifica italiana. Una équipe medica dell’ospedale Sant’Andrea di Roma, infatti, aveva effettuato su una paziente il primo trapianto di faccia nel nostro Paese, sostenendo – al termine dell’operazione – che l’intervento fosse «tecnicamente riuscito».

Rigetto trapianto di faccia, annullata la conferenza stampa

Tuttavia, oggi, a circa 24 ore dall’operazione rivoluzionaria, emergono le prime complicazioni. La donna, stando a quanto sottolineato dai medici del Sant’Andrea, avrebbe avuto un rigetto, ma non sarebbe al momento in pericolo di vita. L’esito dell’intervento chirurgico doveva essere commentato in una conferenza stampa dedicata sia dal ministro della Salute Giulia Grillo, sia dal governatore della regione Lazio Nicola Zingaretti.

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«Le condizioni generali della donna – scrivono i medici in una nota – sono buone e non ci sono preoccupazioni per la sua vita. L’intervento chirurgico è tecnicamente riuscito, tuttavia i tessuti trapiantati hanno manifestato, durante la notte scorsa, segni di sofferenza del microcircolo per sospetto rigetto».

Rigetto trapianto di faccia, quali sono le prossime mosse

Questa complicazione si sta verificando nonostante fossero state prese in considerazione tutte le circostanze di compatibilità tra la paziente e il suo donatore. Tuttavia, l’équipe medica sta seriamente prendendo in considerazione di correre ai ripari con un intervento tampone, prima di effettuare nuovamente il trapianto aspettando un altro donatore: «Per prevenire ulteriori rischi si sta prendendo in considerazione – si legge nella nota -, come previsto dal protocollo, la possibilità di una ricostruzione temporanea con tessuti autologhi della paziente nell’attesa di una ulteriore ricostruzione con un nuovo donatore».

Rigetto trapianto di faccia, in cosa consiste e chi lo ha effettuato

Il trapianto di faccia è stato presentato dalla stampa come uno degli interventi chirurgici più importanti effettuati in Italia negli ultimi anni. Questo tipo di operazione è stata ripetuta soltanto 50 volte nell’intero pianeta. Benedetto Longo, il chirurgo 40enne che ha guidato l’intervento, ha un contratto di un anno con la struttura e, quindi, può essere considerato a buon diritto un precario della medicina, nonostante le sue esperienze di studio in prestigiose università.

L’intervento consisteva nell’impiantare, a una donna di 49 anni, il volto di una donatrice di 21 anni, morta in un incidente stradale. La paziente che si è sottoposta all’operazione conclusasi nelle prime ore di domenica 23 settembre era affetta da neurofibromatosi di tipo I, malattia genetica che causa gravi manifestazioni sulla pelle, negli occhi e sul sistema nervoso. Ora, un nuovo bollettino medico verrà diramato intorno alle ore 20, per offrire ulteriori aggiornamenti sulla situazione.

FOTO: DI MEO ANSA-CD

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